MiSE – Aperta la consultazione pubblica sulla SEN

MiSE - Aperta la consultazione pubblica sulla SEN2017Segnaliamo che il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato questa mattina il documento di consultazione per la versione 2017 della Strategia energetica nazionale (elaborata in collaborazione con il Ministero dell’ambiente), a cui tutti gli interessati avranno un mese di tempo per rispondere con eventuali osservazioni.

Come cambia la sicurezza energetica: la presentazione a UniPV

UnipvQualche giorno fa si è svolta presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia la presentazione del rapporto ISPI curato da me e da Massimo Nicolazzi sulla sicurezza energetica.

Durante il seminario, cui hanno partecipato numerosi docenti del dipartimento, sono stati toccati molti dei temi discussi nei capitoli del rapporto. In particolare si è fatto riferimento: al contesto petrolifero emerso in questi ultimi anni, con l’OPEC che ha mostrato la sua incapacità di stabilizzare il mercato e tenere alti i prezzi del greggio; ai numerosi problemi della politica energetica europea, che riflette i diversi interessi, spesso legittimi, dei vari pari paesi membri e che difficilmente si riescono ad armonizzare; c) alle sfide che sta affrontando il settore elettrico a seguito dello sviluppo delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita.

Per chi si fosse perso l’incontro, è possibile scaricare qui la presentazione cui ho fatto riferimento.

Ammetto che tornare nella propria Alma Mater ed essere stato dall’altra parte della cattedra ha fatto un certo effetto. Speriamo in altre occasioni per il futuro.

Referendum 17 aprile: Cosa andiamo a votare?

0. Volantino 13 aprilePrima di entrare in silenzio stampa pre-voto, pubblico gli appunti che ho usato ieri sera durante uno stimolante dibattito organizzato dai giovani del PD presso Santa Maria Gualtieri a Pavia.

L’evento, in cui mi sono confrontato con il geologo di Edison, Roberto Calabrò, e con il già senatore della Repubblica e ambientalista, Roberto Della Seta, ha sviscerato i vari temi legati al referendum e alle sue implicazioni immediate e non.

Non ripeto qui le argomentazioni pro e contro esposte ieri sera. Gli appunti li potete scaricare qui. Molte informazioni ufficiali le potete trovare sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Vi pongo solamente una domanda: l’Italia può diventare un paese in grado di gestire la modernità e attività produttive complesse come quelle degli idrocarburi, della metallurgia o altro?

Personalmente credo che invece di vietare un’attività perché se ne ha paura, bisognerebbe imporre degli elevati standard ambientali e poi monitorarne il rispetto, chiamando la magistratura ogni volta che qualcuno non si attiene (per negligenza o incompetenza) a quegli standard.

Un paese liberale e serio dovrebbe fare così.

Gli appunti sono disponibili qui.

 

Il vertice di Parigi sul clima: svolta o giro a vuoto?

ISPI - Palazzo Clerici - MilanoSegnalo ai nostri lettori che l’Osservatorio energia dell’ISPI ha organizzato per il tardo pomeriggio di mercoledì 2 dicembre un’interessante tavola rotonda che mira a fare il punto sulla Conferenza delle Parti di Parigi che si aprirà domani.

Come è noto, la conferenza punta a definire un accordo vincolante sulla lotta al cambiamento climatico, che superi i limiti del Protocollo di Kyoto e che permetta di contenere l’aumento della temperatura media mondiale a fine secolo sotto i 2° C rispetto all’era pre-industriale.

Un numero crescente di studi sottolineano l’importanza dell’azione, ma sul come e sul quando le divergenze restano fortissime. Da un lato abbiamo infatti alcuni paesi industrializzati e sensibili al tema che spingono per un accordo ambizioso, mentre dall’altro abbiamo molti paesi emergenti che vogliono prima veder svilupparsi le proprie economie e ritengono comunque che i responsabili storici (Europa e Nord America) dovrebbero fare di più e subito. Nel mezzo vi sono poi paesi ricchi che fanno fatica ad impegnarsi o per scetticismo relativamente alla causa o per timore dei contraccolpi economici.

Di tutto questo ne parleranno l’economista dell’ambiente Di Giulio, il direttore Affari generali di Edison Margheri, il direttore esecutivo di Greenpeace Italia Onufrio e il giornalista Pagni. Modera il direttore dell’Osservatorio energia Nicolazzi.

Palazzo Clerici, ore 17.30, Milano.

Geopolitica dell’energia: risorse, scenari, sicurezza

Geopolitica dell'energia: risorse, scenari, sicurezzaI temi connessi all’energia attirano sempre più l’attenzione, anche nella formazione. Segnalo un corso dal titolo Geopolitica dell’energia: risorse, scenari, sicurezza, organizzato a Roma dal centro studi Geopolitica.info dal 3 al 12 dicembre.

Dopo un pomeriggio di conferenza introduttiva (giovedì 3 dicembre), il programma prevede dicembre 17 lezioni suddivise su quattro giorni interi di lezione, il 4-5 e l’11-12.

Il primo giorno è dedicato all’introduzione ai mercati internazionali e ad alcuni risvolti internazionali politica energetica italiana ed europea, mentre i giorni successivi sono dedicati ad approfondimenti sulle principali aree geografiche (Italia, Europa, Americhe, Nord Africa, Medio Oriente, Russia, ex-URSS, Turchia).

Per chi volesse maggiori informazioni o volesse iscriversi, rimando al sito di Geopolitica.info.

Energia e politica: le lezioni degli anni ’80

Countershock/Counterrevolution. Energy and Politics in the 1980sSegnalo un’interessante conferenza organizzata dall’Università di Venezia Ca’ Foscari dal titolo Countershock/Counterrevolution. Energy and Politics in the 1980s, in programma dal 5 al 7 novembre.

I lavori saranno dedicati al tema del controshock petrolifero, ossia alla caduta dei prezzi del greggio registrata nella seconda metà degli anni Ottanta. Nonostante le profonde ricadute sul sistema internazionale, questa fase è sempre stata trascurata dall’analisi scientifica, soprattutto in confronto agli shock petroliferi degli anni Settanta.

In particolare, i lavori della conferenza cercano di rispondere a diverse domande: il petrolio ha continuato a essere al centro del sistema energetico a causa del crollo dei prezzi, o è vero (anche) il contrario? Il fattore geopolitico ha in qualche misura pesato sugli eventi e sulle scelte degli attori coinvolti? Quale è stato il ruolo delle imprese private nel ristabilire la centralità del petrolio e nel consentire la discesa dei prezzi? Quale è stata la relazione tra il controshock petrolifero e il trionfo della rivoluzione neoliberale di Thatcher e Reagan?

Tante domande, a cui è difficile dare una risposta univoca, ma sulle quali è certamente utilissimo riflettere.