Snam e Terna? Al 10% saranno del Governo cinese

Sole24Ore-  Finanza e Mercati In primo piano Cdp, trattativa avanzata con State Grid of China per 35% Cdp reti Secondo una nota diffusa oggi, sarebbe in fase di chiusura la trattativa tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e la State Grid International Development Limited, una controllata del Governo cinese, per la cessione del 35% di CDP Reti.

CDP Reti a sua volta controlla il 30% di Snam Rete Gas, ossia il pacchetto di maggioranza dell’operatore che gestisce la trasmissione del metano in Italia. Inoltre, secondo gli accordi, prima della cessione sarebbe previsto il trasferimento a CDP Reti anche del pacchetto di controllo del 29,85% di Terna, il gestore e principale proprietario della rete di trasmissione nazionale (“RTN”) di energia elettrica ad alta tensione.

Secondo quanto riportato da Repubblica, l’operazione varrebbe circa 2 miliardi di euro e sarebbe solo la prima fase di un più ampio piano di dismissioni, che dovrebbe portare alla cessione del 5% di Enel e di Eni. L’obiettivo è fare cassa (6 miliardi) senza perdere il pacchetto di controllo delle due multinazionali.

La cessione delle reti è però una questione diversa: a differenza degli operatori, le infrastrutture energetiche rappresentano un elemento chiave per la sicurezza nazionale. Un loro malfunzionamento – accidentale o intenzionale – avrebbe infatti conseguenze molto gravi, anche se di breve durata.

La cessione del pacchetto di CDP Reti, riguardando una partecipazione di minoranza e di fatto un investimento finanziario, fortunatamente non rappresenta una minaccia per la sicurezza energetica nazionale. Si tratta tuttavia di un chiaro indicatore del mutamento dei rapporti di forza a livello internazionale, fattore del quale occorrerà sempre più tenere conto.

Aggiornamento: con una nota del 30 luglio CDP ha annunciato che il proprio consiglio di amministrazione «ha approvato la cessione di una quota del 35% del capitale sociale di CDP RETI Spa, per un corrispettivo non inferiore a 2.101 milioni di euro, a State Grid International Development Limited (SGID), società interamente controllata da State Grid Corporation of China».

EIRA newsletter – luglio/agosto 2014

EIRA - july/august 2014Segnalo l’uscita del numero di luglio/agosto dell’Energy International Risk Assessment.

In questo numero i curatori hanno prestato particolare attenzione al Medio Oriente e alle questioni petrolifere. Interessante, ma forse esagerato, l’allarme sui cambi di azionariato in Azerbaigian. Convidisibile, infine, l’appello di Demostenes Floros a ripensare la questione delle sanzioni alla Russia e dell’interdipendenza tra Bruxelles e Mosca.

Il caso Mattei

Rai - Il caso MatteiSegnalo ai lettori del blog un film che la Rai ha riproposto qualche giorno fa. Si tratta de Il caso Mattei, pellicola del 1972 diretta da Francesco Rosi.

Il film è sostanzialmente un documentario che ripercorre l’esperienza dell’Eni di Mattei dalla metà degli anni ’40 ai primi anni ’60 e indaga sulla misteriosa morte dell’ingegnere avvenuta nell’ottobre del 1962.

Al di là dell’analisi sulle possibili cause dell’incidente aereo in cui perse la vita Mattei, il film evidenzia due cose interessanti:

1) il pensiero politico-economico di Mattei, che attribuisce un importante ruolo all’industria di Stato laddove l’iniziativa privata sia inerte o dove le possibilità di lucrose rendite produrrebbero un ingiustificato arricchimento di pochi ai danni dei molti: “lo Stato moderno, sempre più espressione del principio democratico, assume delle responsabilità precise in campo economico, proponendosi obiettivi coordinati nel quado di un programma di sviluppo generale”.

2) la costatazione che nell’industria petrolifera, economia e politica sono inestricabilmente legate: “chi si occupa di petrolio fa politica, politica estera per la precisione”.

PS: per un’analisi più giornalistica del caso Mattei, segnalo anche questa puntata di La storia siamo noi di qualche anno fa.

Momento-vanità

TG5 delle 20:00 - 27/04/2014

Ebbene sì: ieri sera ho avuto i miei 10 secondi di visibilità. Per la precisione, al TG5 delle 20 (qui il video di tutto il TG, l’intervista è al minuto 19:53).

Interscambio commerciale UE-Russia (2009-2013), in euro - Fonte: Eurostat, tabella ext_st_eu28sitc L’intervista era più lunga, ma naturalmente il tempo è tiranno. Quanto ai dati che ho citato, la fonte è Eurostat: l’interscambio tra UE e Russia è stato di 310 miliardi di euro nel 2011, di 339 miliardi nel 2012 e di 326 miliardi nel 2013.

L’elaborazione grafica per gli ultimi cinque anni si può vedere cliccando sull’immagine a destra.

South Stream: l’altalena politica

Focus Sicurezza energetica - Q4 2013 .- Approfondimento South StreamIl progetto di South Stream rappresenta il completamento dello sviluppo post-sovietico della rete di gasdotti che collega la Russia all’Europa occidentale.

Dopo Yamal-Europa, Blue Stream e Nord Stream, la costruzione dei South Stream consentirebbe infatti di eliminare completamente il transito attraverso l’Ucraina del gas diretto in Europa e dei rischi connessi.

Si tratta di una scelta politica fortemente voluta dal Cremlino, in grado di far superare gli alti costi del progetto scaricando diverse decine di miliardi di investimenti per l’adattamento della rete direttamente sulle casse russe.

Come largamente politica è l’opposizione della Commissione europea alle attività di Gazprom a cui si sta assistendo da anni. E che oggi, grazie alla crisi ucraina, ha trovato nuova linfa. I toni sempre più accesi dello scontro politico internazionale stanno infatti rendendo vani i passi avanti fatti nei mesi passati e che avevano fatto credere anche al sottoscritto che si fosse arrivati vicini a un punto di svolta.

L’evoluzione della crisi ucraina è però quantomai difficile da prevedere e con essa il destino del South Stream. Di certo resta solo che abbiamo tutti tanto da perdere.

Per chi fosse interessato a qualche informazione più dettagliata sul gasdotto, consiglio la lettura dell’approfondimento dedicato al South Stream nel Focus Sicurezza energetica dell’ultimo trimeste 2013.