Spezzatino di E.ON e giornalismo creativo

Repubblica - E.On Italia in vendita come “spezzatino” per gli asset in corsa Eni, Edison e GazpromCome riportato, E.ON starebbe valutando l’uscita dal mercato italiano e Repubblica ha coperto puntualmente la notizia in un articolo dal titolo E.On Italia in vendita come “spezzatino” per gli asset in corsa Eni, Edison e Gazprom.

Il pezzo sembra filare liscio in quasi in fondo, se si chiude un occhio sul fatto che la quota di mercato di Gazprom sul mercato europeo è del 25% e non del 35%. Il dramma è però nell’ultimo capoverso, dedicato al TAP: in poche righe si riesce a sbagliare il nome del paese produttore (l'”Arzebajan”!) e la composizione azionaria del consorzio (cambiata cinque mesi fa…), per poi chiudere con un curioso ragionamento:

Opera strategica non tanto per l’Italia, ma per le forniture nel resto d’Europa, visto che l’infrastruttura può essere raddoppiata fino a “portare” oltre 20 miliardi di metri cubi all’anno.

In che modo 20 Gmc per un mercato da 500 siano più strategici di 10 per un mercato da 80 proprio mi sfugge.

Potrei aggiungere che forse gli amici giornalisti dovrebbero leggere un po’ di più, ma mi asterrò dal farlo.

Il TAP, visto da oriente

Saluti da BakuLa vittoria del TAP, arrivata a fine giugno, è stata favorita dai fondamentali economici: un investimento più leggero, un mercato finale più grande e un maggiore interesse da parte di parecchi operatori non azionisti dell’infrastruttura.

Presa la decisione, la questione ora sembra essere la tempistica. Ufficialmente il gasdotto dovrebbe essere operativo nel 2019, ma è probabile uno slittamento di almeno un paio di anni, per dare il tempo al mercato italiano (e a quello europeo) di superare la crisi.

Difficile invece vedere motivo di reale preoccupazione nelle parole di Maria van der Hoeven, direttore della IEA, riportate in un’intervista al Sole24Ore. Van der Hoeven ha sottolineato come la decisione finale di investimento di Shah Deniz 2 non sia ancora stata firmata.

Vero, ma è difficile immaginare che a questo punto le compagnie si tireranno indietro, a cominciare da Socar. La compagnia di Stato azerbaigiana ha infatti investito pesantemente nei progetti di esportazione lungo il Corridoio meridionale: in Turchia (80% di Tanap), in Grecia (acquisendo Desfa) e nel TAP (20%).

Al netto dell’interesse delle altre società (BP acquisirà il 20% di TAP, Total il 10%), difficilmente Socar si sarebbe esposta tanto senza una garanzia circa la buona volontà di propri partners. Peraltro, la determinazione azerbaigiana a portare avanti l’infrastruttura sembra abbastanza solida (anche sul versante finanziario) da lasciare pochi dubbi sul fatto che il gasdotto si farà e il gas arriverà nel giro di un decennio. Con buona pace degli scettici.

ps: saluti da Baku.

Enrico Mattei

Enrico Mattei

Da operaio, ho imparato tante cose che poi nel tempo si sono dimostrate false. Ci raccontavano che eravamo un paese povero e destinato a rimanere povero; un paese carico di braccia che erano destinate all’emigrazione; un paese dove non si sarebbe mai potuto far niente. Ma la realtà è un’altra.

Oggi, come cinquant’anni fa.

Enrico Mattei (29/04/1906 – 27/10/1962)