Meno benzina, più tasse

Consumi di benzina e gasolio in Italia e gettito fiscale (elaborazione di Matteo Villa su dati UP)Negli ultimi quindici anni, i consumi di gasolio e benzina in Italia sono progressivamente diminuiti, sia per maggiore efficienza, sia per effetto della crisi.

Un bel problema per lo Stato, che notoriamente raccoglie circa il 70% del prezzo alla pompa. In totale, oltre 40 miliardi di euro all’anno, sufficienti a coprire le spese della difesa, dell’amministrazione della giustizia, della sicurezza pubblica e di tutta l’amministrazione centrale dello Stato.

Per evitare che il calo strutturale dei consumi si traducesse in un calo strutturale permanente del gettito, negli ultimi anni il legislatore ha proceduto ad aumentare progressivamente la pressione fiscale, compensando la perdita di gettito. Un’operazione che con ogni probabilità continuerà in futuro.

I dettagli sono analizzati da Matteo Villa in un post per l’ISPI Energy Watch, ripreso anche da SQ.

La UE spinge per liberalizzare le esportazioni di idrocarburi USA

Sole24Ore - L'Europa punta i piedi per liberare l'export di petrolio e gas UsaIl Sole24 Ore riporta oggi la notizia di un documento della Commissione europea trapelato nelle mani del Washington Post, in cui si vede la pressione che i negoziatori europei del nuovo accordo di libero scambio transatlantico stanno facendo sui loro omologhi americani, affinché si proceda all’eliminazione delle restrizioni alle esportazioni di idrocarburi fuori dai confini statunitensi.

Tali restrizioni furono introdotte negli anni ’70, quando gli embarghi posti in essere dagli arabi e la diminuzione della produzione domestica accrebbero la percezione dell’esistenza di una minaccia alla sicurezza energetica nazionale.

A seguito della shale revolution tali restrizioni non hanno tuttavia più molta ragione d’essere: gli USA ormai producono al loro interno o importano dal vicino e affidabile Canada la gran parte degli idrocarburi di cui abbisognano.

Secondo la Commissione europea, facilitare le esportazione di idrocarburi USA verso l’Europa può migliorare la sicurezza energetica europea.  Ci sono tuttavia ragioni di crede, e in questo blog l’abbiamo detto più volte, che questo miglioramento sia piuttosto trascurabile.

Semmai, il beneficio che l’Europa potrebbe ottenere sarebbe quello di vedere ridotto il vantaggio competitivo delle raffinerie e delle altre industrie americane che usano gli idrocarburi come materia prima, materia prima che in situazioni di eccesso di offerta viene inevitabilmente venduta a un prezzo ribassato (si ricordi che in questi anni il Brent è stato sensibilmente più caro del West Texast Intermediate).

Nel caso queste pressioni avessero un seguito positivo nell’accordo transatlantico, il comparto europeo, che vive una situazione di profonda crisi, potrebbe avere qualche piccola ragione di gioire.