I mercati dell’energia nell’Europa centro-orientale

Segnalo una pregievole iniziativa che si terrà tra il 10 e il 15 marzo a Eger, non lontano da Budapest, organizzata dal Rajk Laszlo College della Corvinus Universtiy. L’evento, chiamato un pò enfaticamente Central European Conference 2013, raccoglie brevi cicli di lezioni rivolti a studenti universitari e giovani ricercatori che vogliano approfondire e dibattere alcuni temi dell’integrazione e delle politiche europee.

Uno dei percorsi più interessanti tra quelli proposti è sicuramente quello sui mercati dell’energia nell’Europa centro-orientale, mercati che spesso devono subire le decisioni e gli sviluppi di quanto accade nei Paesi ben più grandi che si trovano tanto a Est (Russia), quanto a Ovest (Germania e Italia).

Ad intervenire non saranno solo accademici, ma soprattutto professionisti del settore, provenienti in particolare dall’azienda ungherese MOL e dalla tedesca E.on.

Per gli interessati l’iscrizione gratuita va fatta prima del 15 febbraio.

La vicenda Ansaldo energia

Ansaldo EnergiaAnsaldo Energia, gioiello nel settore delle turbine a gas, sarà forse ceduta dal gruppo Finmeccanica, impegnato a fronteggiare il passivo di bilancio con un piano di dismissioni che  permetta di concentrare gli investimenti sul core business.

Fin qui, nulla di straordinario in questi tempi di crisi. Come non è straordinario che a fare un’offerta da 1,3 miliardi di euro sia Siemens, diretto concorrente di Ansaldo Energia, molto interessata a sbarazzarsi di un concorrente.

Quello che sembra più strano è la bagarre montata in questi giorni contro Corrado Passera, reo di non aver blindato subito Ansaldo Energia dichiarandola non-privatizzabile (particolarmente attivo è apparso Stefano Saglia, ex sottosegretario MSE). Vero è che Passera ha sostenuto che «se Finmeccanica deciderà di dismettere questo settore, perché non si sentirà in grado di essere questo tipo di azionista, è chiaro che bisognerà seguire nella dismissione il perseguimento di questi obiettivi», ma sembra più buonsenso che una dichiarazione d’amore in tedesco.

Vendere a Siemens sarebbe un grave danno per l’industria italiana e per l’occupazione: i tedeschi possono spergiurare finché vogliono, ma è ovvio che l’accorpamento delle società non premierebbe le posizioni in Italia. Tuttavia non è l’unica opzione possibile: c’è l’opzione Cassa Depositi e Prestiti caldeggiata dai sindacati (e quindi dubbia, anche se sempre meglio della Siemens), c’è la solita fantomatica quanto improbabile cordata di banca alla difesa dell’italianità e ci sarebbero molto più concretamente diversi fondi di investimento interessati all’operazione.

Insomma, la partita sembra molto aperta: si spera che il trambusto pre-elettorale non copra qualche colpo gobbo in salsa tedesca. Non me ne vogliano troppo i miei amici liberisti.

Nota: post leggermente offtopic, ma molto sentito.

Aggiornamento: la risposta di Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo energia, che esprime perplessità sul reale contenuto delle parole del ministro Passera e ricorda come tutta questa bagarre stia danneggiando il gruppo, facendo tra l’altro ritardare una commessa in Algeria (qui la notizia ripresa dal Sole24Ore). Sarebbe il caso di evitare un nuovo regalo ai tedeschi, come nel caso della commessa per le FREMM.

[Crossposting con Epoké]

Nord Stream, la Commissione nega l’esenzione TPA

OPAL NEL TransportJamestown, la Commissione Europea ha negato la restrizione dell’accesso a terze parti sui due gasdotti (OPAL e NEL) destinati a portare sui mercati finali il gas importato in Germania tramite il Nord Stream.

OPAL (Ostsee Pipeline Anbindungs Leitung, o Baltic Connector Pipeline) parte direttamente il punto di arrivo di Nord Stream  sulla costa tedesca (Lubmin) e trasporta il gas verso sud, passando anche sul territorio della Cechia. OPAL è all’80% di Wingas, la joint venture Gazprom-Wintershall che è anche operatore, e al 20% di E.On Ruhrgas. Costato 1 miliardo di €, OPAL ha una capacità annua massima di 35 Gmc.

Anche il NEL (Norddeutsche Erdgas Leitung, o North German Natural Gas Pipeline) parte da Lubmin e trasporta il gas verso Ovest, in direzione di Amburgo, e arriva fino ai Paesi Bassi. NEL è al 70% di Wingas, che è anche operatore, al 10% di E.On Ruhrgas e al 20% di Gasunie, l’impresa pubblica olandese. Il gasdotto dovrebbe essere completato entro il 2013, in parallelo alla realizzazione della seconda linea del Nord Stream, per un totale di 1 miliardo di euro investito e una capacità annua di 20 Gmc.

A seguito del rifiuto della Commissione di riconoscere la necessità di limitare la concorrenza per ripagare l’investimento, Gazprom protrà usare solamente il 65% della capacità di NEL e il 50% della capacità di OPAL. La capacità complessiva dei due gasdotti – quella per cui Gazprom aveva chiesto l’esenzione – è pari a 55 Gmc, ossia la capacità di importazione di Nord Stream dopo la realizzazione della seconda linea, programmata per il 2013. Il risultato potrebbe essere un rallentamento delle attività di posa dei nuovi tubi.