OIES – L’impatto della crisi ucraina e il Nord Stream 1

Segnaliamo un interessante paper dal titolo “The Curious Incident of the Nord Stream Gas Turbine“, pubblicato dall’Oxford Institute for Energy Studies e il successivo podcast dal titolo “OIES Podcast – Impact of Russia-Ukraine War on Energy Markets Series – 13 – Issues with gas flows via Nord Stream“, nel quale la tematica viene affrontata nel più ampio contesto della crisi ucraina e delle incertezze sui quantitativi di gas in arrivo in UE via Nord Stream 1.

Oltre Nord Stream 2: il Turk Stream

Beyond Nord Stream 2: a look at Russia’s Turk Stream projectSegnaliamo un interessante post di Simone Tagliapietra dal titolo Beyond Nord Stream 2: a look at Russia’s Turk Stream project, pubblicato da Bruegel.

Il pezzo analizza lo sviluppo della strategia di affrancamento dall’Ucraina messa in atto da Gazprom, che oltre al Nord Stream 2 è attivamente impegnata a realizzare il TurkStream, di cui una linea è già stata ultimata e l’altra è in fase di posa.

L’autore solleva anche il quesito fondamentale circa la strada che il gas russo prenderà a valle dell’approdo sulle coste turche. Tre le opzioni in discussione:

  • un South Stream Lite attraverso Bulgaria, Serbia e Ungheria, per raggiungere poi le infrastrutture già esistenti in Austria, incluso il TAG fino al Tarvisio);
  • un nuovo gasdotto Grecia-Italia, l’ipotesi meno probabile a causa dei costi elevati;
  • l’espansione del TAP, aggiungendo una stazione di compressione e raddoppiando la capacità di trasporto.

 



Overstretching russo sul fronte gasdotti?

GazpromGazprom ha annunciato nelle scorse settimane la firma di due memoranda per il potenziamento delle infrastrutture di esportazione dirette in Europa occidentale.

Il primo, con la polacca EuroPolGaz, riguarda l’ampliamento del gasdotto Yamal-Europa da 33 ad almeno 48 miliardi di metri cubi all’anno, con il nuovo gas diretto soprattutto verso Ungheria e Slovacchia. L’entrata in funzione è ipotizzata per il 2019.

Il secondo, con l’olandese Gasunie, allo scopo di raddoppiare ulteriormente la capacità di Nord Stream, da 55 a 110 miliardi di metri cubi all’anno. Le due nuove linee servirebbero a portare il gas fino alla Gran Bretagna e ha suscitato l’interesse anche di BP. L’ampliamento dell’infrastruttura avverrebbe verso il 2018.

Oltre a esprimere una non-scontata fiducia nelle prospettive future del mercato europeo, la strategia russa risponde a diverse esigenze.

In primo luogo, quello di ridurre ulteriormente il peso dell’Ucraina quale Paese di transito per il gas russo: la creazione del Nord Stream ha già alleggerito la quota dell’Ucraina (che comunque resta sopra il 50%), riducendo le opportunità per l’Ucraina di ricattare Gazprom o i suoi clienti europei.

La seconda esigenza a cui risponde la strategia di Gazprom è quella di rafforzare la posizione politica dell’azienda nei confronti della Commissione Europea, con la quale è ancora aperto il contenzioso antitrust. Provvedimenti particolarmente duri contro un’azienda pronta a investire tanto in Europa risulterebbero infatti politicamente indigesti.

Infine, nell’ottica della strategia commerciale di Gazprom, le nuove linee di importazione potrebbero rappresentare una contromisura attivabile in caso di scelta del Nabucco come gasdotto per il gas azerbaigiano. L’arrivo del gas di Shah Deniz nei Balcani potrebbe ridurre l’appetibilità del già complesso South Stream, indirizzando gli sforzi finanziari di Gazprom in un’altra direzione.

È bene in ogni caso ricordare che la difficile e incerta congiuntura economica in Europa e il riorientamento di Gazprom verso oriente suggeriscono cautela nel valutare le reali possibilità che le infrastrutture proposte siano effettivamente realizzate, soprattutto nei tempi previsti.



Nord Stream, la Commissione nega l’esenzione TPA

OPAL NEL TransportJamestown, la Commissione Europea ha negato la restrizione dell’accesso a terze parti sui due gasdotti (OPAL e NEL) destinati a portare sui mercati finali il gas importato in Germania tramite il Nord Stream.

OPAL (Ostsee Pipeline Anbindungs Leitung, o Baltic Connector Pipeline) parte direttamente il punto di arrivo di Nord Stream  sulla costa tedesca (Lubmin) e trasporta il gas verso sud, passando anche sul territorio della Cechia. OPAL è all’80% di Wingas, la joint venture Gazprom-Wintershall che è anche operatore, e al 20% di E.On Ruhrgas. Costato 1 miliardo di €, OPAL ha una capacità annua massima di 35 Gmc.

Anche il NEL (Norddeutsche Erdgas Leitung, o North German Natural Gas Pipeline) parte da Lubmin e trasporta il gas verso Ovest, in direzione di Amburgo, e arriva fino ai Paesi Bassi. NEL è al 70% di Wingas, che è anche operatore, al 10% di E.On Ruhrgas e al 20% di Gasunie, l’impresa pubblica olandese. Il gasdotto dovrebbe essere completato entro il 2013, in parallelo alla realizzazione della seconda linea del Nord Stream, per un totale di 1 miliardo di euro investito e una capacità annua di 20 Gmc.

A seguito del rifiuto della Commissione di riconoscere la necessità di limitare la concorrenza per ripagare l’investimento, Gazprom protrà usare solamente il 65% della capacità di NEL e il 50% della capacità di OPAL. La capacità complessiva dei due gasdotti – quella per cui Gazprom aveva chiesto l’esenzione – è pari a 55 Gmc, ossia la capacità di importazione di Nord Stream dopo la realizzazione della seconda linea, programmata per il 2013. Il risultato potrebbe essere un rallentamento delle attività di posa dei nuovi tubi.