Lo scenario energetico nazionale: nel mezzo della transizione?

cupola-duomo-firenzeUna buona conoscenza delle grandenzze e delle tendenze in atto nel settore energetico è un elemento imprescindibile per valutare attentamente le politiche pubbliche che devono essere adottate da un governo o domandate dai vari stakeholder.

Per questo ho raccolto nella presentazione che potete scaricare qui una sintesi del sistema energetico italiano e del più ampio contesto internazionale, in cui il nostro paese e la nostra economia devono muoversi.

Si tratta della presentazione che ho utilizzato lo scorso luglio durante un convegno della FIMCA CISL a Firenze, che ringrazio per avermi invitato e che mi auguro abbia tratto giovamento per la definizione delle sue iniziative a favore del mondo del lavoro, consapevole dei limiti in cui è necessario muoversi.

Dai dati emerge chiaramente come il settore dell’energia abbia conosciuto negli ultimi anni in Italia un significativo ridimensionamento in termini di prodotto complessivo, un cambiamento nella ripartizione fra i vari sotto-settori e una riduzione del valore aggiunto. Molte imprese si trovano in difficoltà e hanno dovuto modificare le proprie attività o chiudere. Il settore ha anche iniziato la transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio, ma sebbene le emissioni di CO2 siano calate e il peso delle rinnovabili sia aumentato, molto resta da fare se si vogliono rispettare gli impegni presi in materia di cambiamento climatico.

A meno che non si speri in altri sette anni di vacche magre per l’economia del nostro paese. O non si ritenga utile rinegoziare quegli impegni.

Qui è possibile scaricare la presentazione.

Ps: nelle ultime diapositive è disponibile una lista di documenti molto interessanti, quasi tutti liberamente disponibili su internet, che contengono numerose informazioni e analisi per chi volesse approfondire.

La sicurezza energetica tra economia e politica

NarniTorno nuovamente a parlare di sicurezza energetica rendendo disponibile le diapositive realizzate per la lezione che ho tenuto il 31 pomeriggio a Narni presso la sede staccata dell’Università di Perugia.

Per l’occasione ero ospite del giornalista Daniel Della Seta, docente presso il corso di laurea in scienze per la sicurezza e l’investigazione.

Nel mio intervento, che concludeva le lezioni del corso sulla Valutazione delle Competenze in Sicurezza, ho introdotto il concetto di sicurezza energetica e la sua duplice dimensione, cioè quella dell’affidabilità e quella dell’accessibilità economica delle forniture di energia.

Data la sua natura di bene pubblico (non escludibilità e non rivalità nel consumo), la sicurezza energetica richiede normalmente l’intervento dell’autorità pubblica che ne deve favorire la produzione in quantità socialmente ottimali, alterando gli incentivi e le scelte che imprese e consumatori tenderebbero a fare da soli. Anche per questo motivo, la sicurezza è una delle tre finalità tipiche della politica energetica, assieme alla sostenibilità ambientale e al contenimento dei costi.

Dopo questa premessa “teorica” ho presentato il caso dell’Unione europea e dell’Italia al suo interno, osservando come ragionamenti diversi vadano fatti a seconda della fonte di energia considerata e del paese preso in considerazione. Il gas naturale e la crisi russo-ucraina sono un ottimo esempio a riguardo, dato che rappresentano una delle fonti di energia più sensibili al tema della sicurezza (molto più di carbone e petrolio) e rispetto alla quale la situazione dei diversi paesi membri della UE impone un livello di attenzione diverso (rischio limitato per l’Olanda o l’Italia, elevato per Slovacchia o Bulgaria).

Di fronte a queste situazioni molteplici sono le risposte di policy, anche a seconda dell’arco temporale disponibile. Nel breve periodo, ad esempio, piani di emergenza dovrebbero essere accuratamente definiti, mentre nel lungo periodo misure a favore dell’efficienza energetica, della diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento, stoccaggi, stimolo alla produzione interna, ecc. dovrebbero essere adottate.

Le diapositive si possono trovare qui.

Ps: un grazie va a Matteo Verda, da cui scritti ho preso spunto per la lezione e alcune delle figure.

Referendum 17 aprile: Cosa andiamo a votare?

0. Volantino 13 aprilePrima di entrare in silenzio stampa pre-voto, pubblico gli appunti che ho usato ieri sera durante uno stimolante dibattito organizzato dai giovani del PD presso Santa Maria Gualtieri a Pavia.

L’evento, in cui mi sono confrontato con il geologo di Edison, Roberto Calabrò, e con il già senatore della Repubblica e ambientalista, Roberto Della Seta, ha sviscerato i vari temi legati al referendum e alle sue implicazioni immediate e non.

Non ripeto qui le argomentazioni pro e contro esposte ieri sera. Gli appunti li potete scaricare qui. Molte informazioni ufficiali le potete trovare sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Vi pongo solamente una domanda: l’Italia può diventare un paese in grado di gestire la modernità e attività produttive complesse come quelle degli idrocarburi, della metallurgia o altro?

Personalmente credo che invece di vietare un’attività perché se ne ha paura, bisognerebbe imporre degli elevati standard ambientali e poi monitorarne il rispetto, chiamando la magistratura ogni volta che qualcuno non si attiene (per negligenza o incompetenza) a quegli standard.

Un paese liberale e serio dovrebbe fare così.

Gli appunti sono disponibili qui.

 

Italia ed Europa: scenario geo-economico

Società geografica italianaPubblico la presentazione che ho tenuto a Roma qualche giorno nell’ambito del corso in Geopolitica dell’energia organizzato Geopolitica.info.

La presentazione, leggermente modificata rispetto a quella mostrata in aula, raccoglie una serie di dati e di informazioni sul contesto energetico italiano ed europeo, facendo il punto sugli sviluppi negli ultimi anni della politica energetica dell’Unione europea.

Si tratta di un tema piuttosto dibattuto a Bruxelles (meno in Italia), su cui tuttavia non sono ancora chiari gli sviluppi futuri, dati i divergenti interessi nazionali.

Buona lettura!

PS: ringrazio ancora Matteo Verda, cui sono debitore per alcuni grafici e cartine.

Il vertice di Parigi sul clima: svolta o giro a vuoto?

ISPI - Palazzo Clerici - MilanoSegnalo ai nostri lettori che l’Osservatorio energia dell’ISPI ha organizzato per il tardo pomeriggio di mercoledì 2 dicembre un’interessante tavola rotonda che mira a fare il punto sulla Conferenza delle Parti di Parigi che si aprirà domani.

Come è noto, la conferenza punta a definire un accordo vincolante sulla lotta al cambiamento climatico, che superi i limiti del Protocollo di Kyoto e che permetta di contenere l’aumento della temperatura media mondiale a fine secolo sotto i 2° C rispetto all’era pre-industriale.

Un numero crescente di studi sottolineano l’importanza dell’azione, ma sul come e sul quando le divergenze restano fortissime. Da un lato abbiamo infatti alcuni paesi industrializzati e sensibili al tema che spingono per un accordo ambizioso, mentre dall’altro abbiamo molti paesi emergenti che vogliono prima veder svilupparsi le proprie economie e ritengono comunque che i responsabili storici (Europa e Nord America) dovrebbero fare di più e subito. Nel mezzo vi sono poi paesi ricchi che fanno fatica ad impegnarsi o per scetticismo relativamente alla causa o per timore dei contraccolpi economici.

Di tutto questo ne parleranno l’economista dell’ambiente Di Giulio, il direttore Affari generali di Edison Margheri, il direttore esecutivo di Greenpeace Italia Onufrio e il giornalista Pagni. Modera il direttore dell’Osservatorio energia Nicolazzi.

Palazzo Clerici, ore 17.30, Milano.

L’Italia: trend attuali e obiettivi al 2020

Rep ItalianaE’ possibile scaricare qui la presentazione proposta la scorsa settimana nell’incontro mensile del gruppo Energia ed ecologia dell’ALDAI a Milano.

Dopo aver presentato l’andamento delle principali variabili energetiche, si mostra come l’Italia stia raggiungendo gli obiettivi previsti dall’Unione europea su rinnovabili, emissioni di gas a effetto serra e consumo di energia primaria. Nel 2013 le rinnovabili hanno infatti coperto oltre il 16% dei consumi finali lordi di energia, mentre le emissioni di CO2 sono calate di circa il 18% rispetto al 1990; i consumi di energia primaria, infine, sono stati solo pochi milioni di tonnellate equivalenti di petrolio superiori al target per il 2020.

Tuttavia, va sottolineato che la buona performance dell’Italia è dovuta in buona parte alla lunga crisi economica (-10% di PIL tra il 2007 e il 2014) e ai generosi sussidi alle fonti rinnovabili, concessi tra il 2009 e il 2013.

Infine, si presenta per sommi capi la Strategia energetica nazionale, presentata dal Governo Monti e nei fatti seguita anche dagli esecutivi successivi, nonché il più recente dibattito sugli obiettivi climatici al 2030 e l’Unione dell’energia.

Buona lettura!