Total mette in vendita la propria quota in Shah Deniz

Reuters -  UPDATE 3-Total to sell its stake in Azeri Shah Deniz gas fieldLa multinazionale francese Total ha annunciato di voler cedere la sua quota del 10% nel progetto Shah Deniz, il giacimento di gas azerbaigiano dell’offoshore del Caspio destinato a rifornire anche il TAP.

La decisione di  disinvestire arebbe dovuta alla strategia di Total di concentrare gli investimenti solo sui progetti dove è operatore, come nel caso di Absheron.

La cessione delle quote arriva a qualche mese di distanza dalla decisione finale di investimento sul progetto e dalla decisione di Statoil di ridurre a sua volta la propria partecipazione, dal 25,5% al 15,5%. In quel caso, a rilevare la quota fuono BP e Socar, per 1,45 miliardi di dollari.

A comprare la partecipazione di Total potrebbe invece essere l’azienda di stato turca Botas, che dovrebbe partecipare anche al Tanap. Il governo turco ha già peraltro una quota iin Shah Deniza (9%) attraverso l’altra azienda di stato, TP.

Shah Deniz II: firmata la decisione finale d’investimento

ZOOM - Shah Deniz - nuova composizione azionaria (2014)Oggi i soci del consorzio Shah Deniz hanno firmato la decisione finale d’investimento relativa alla seconda fase, quella che fornirà il gas naturale destinato a raggiungere il mercato italiano.

L’investimento riguarda le attività di produzione e l’estensione del South Caucasus Pipeline fino al confine tra Georgia e Turchia, per una spesa preventivata in 28 miliardi di dollari. La nuova produzione attesa è di 16 Gmc/a, di cui 6 destinati alla Turchia, 1 alla Grecia, 1 alla Bulgaria e 8 all’Italia.

La decisione finale d’investimento era attesa da mesi ed era stata posticipata più volte a causa negoziazioni tra i soci sull’investimento, con contrapposizioni in particolare tra la compagnia di stato azerbaigiana Socar e l’operatore del consorzio, la britannica BP.

A sorpresa, cambia la composizione azionaria: dal 2014, Statoil scenderà dal 25,5% al 15,5%, incassando 1,45 miliardi di dollari. A salire sarà la partecipazione di BP (al 28,8%) e quella di Socar (al 16,7%). Le altre quote restano invece invariate: Total (10%), Lukoil (10%), NICO (10%), TPAO (9%).

In seguito alla firma di oggi vengono meno tutte le incertezze relative al progetto e si attendono ora le (inevitabili) decisioni finali d’investimento relative a TANAP e TAP. Restano ora sul tavolo solo i dubbi relativi all’effettiva tempistica di arrivo sul mercato italiano: ufficialmente il 2019, probabilmente il 2020.

Aggionamento: secondo quanto riportato da FT, Statoil e Total si sono tirate indietro dal progetto TANAP, nel quale avrebbero dovuto rilevare quote pari rispettivamente al 12% e al 5%. L’accordo finale sulle quote non è ancora stato raggiunto, ma il governo azerbaigiano dovrebbe in ogni caso mantenere una quota di almeno il 51%.

Enel e Hera firmano per il gas azerbaigiano

Enel sigla accordo con il consorzio Shah Deniz per l'approvvigionamento di gas da AzerbaigianPrimi contratti per l’acquisto del gas azerbaigiano di Shah Deniz, che saràportato in Italia attraverso il TAP. Ieri Enel e Hera hanno dato l’annuncio di aver concluso due contratti di fornitura della durata di 25 anni.

Il gas sarà fornito non prima del 2019 (probabilmente sarà 2020-2021). Per quanto concerne i volumi, Hera ha dichiarato 300 milioni di metri cubi all’anno, mentre Enel non ha specificato nel comunicato i volumi acquisiti.

L’annuncio della sigla dei primi contratti di fornitura rappresenta un ulteriore segnale positivo in attesa che, dopo la scelta del gasdotto, venga ufficializzata la decisione finale di investimento sulle attività upstream nell’offshore del Caspio, al momento in sospeso a causa delle incertezze di BP sulla ripartizione dei costi.

Shah Deniz 2: lavori al via nel 2014

Construction within Shah Deniz 2 project to start in mid-2014 Dopo aver definito l’infrastruttura di trasporto, è giunto il momento per i soci del consorzio Shah Deniz di avviare i lavori per estrarre il gas necessario a riempire i tubi.

Secondo quanto riportato da AzerNews, la costruzione delle infrastrutture di produzione dovrebbe iniziare a luglio 2014. Il consorzio starebbe infatti preparando la procedura di appalto per la selezione dei fornitori, che dovrebbero essere individuati entro gennaio prossimo.

La seconda fase di Shah Deniz prevede la realizzazione di due piattaforme offshore connesse tra loro da un ponte, di 26 pozzi sottomarini (perforati con due macchinari semi-sommergibili), di 500 km di conodotte sottomarine a una profondità di oltre 500 metri.

Complessivamente, la capacità produttiva aggiuntiva per la fase due di Shah Deniz dovrebbe essere di 16 miliardi di metri cubi, che andranno ad aggiungersi ai 9 già in produzione per la fase uno.

 

Shah Deniz: si valutano i progetti

Shah Deniz consortium starts evaluation of gas transportation offersI membri del consorzio di Shah Deniz hanno comunicato di aver iniziato il processo finale di valutazione dei due progetti finalisti per il trasporto del gas azerbaigiano in UE, TAP e Nabucco West.

La decisione è attesa per il mese di giugno, mentre già da fine aprile dovranno essere rese legamente vincolanti le offerte di trasporto formulate dai due consorzi.

La valutazione prevede otto criteri: potenzialità commerciali, potenzialità di consegna tempestiva e completa (deliverability) del progetto e del piano finanziario, disegno ingegneristico, trasparenza, operabilità, scalabilità e considerazioni politiche. Queste ultime, in particolare, potrebbero fare la differenza a favore di uno dei due progetti.

Nel mese di maggio sono invece attese le offerte di acquisto da parte degli operatori europei: data la necessità di garantire un mercato finale al progetto in congiuntura incerta come quella attuale, questo è destinato a essere determinante per tutto il processo di scelta.

 

Passo avanti del Nabucco

oint declaration of Nabucco Shareholders, NIC, Potencial Investors and Shah Deniz Consortium dated 10 January 2013I soci del consorzio di Shah Deniz (BP, Statoil, Socar, Total, Lukoil, Nico, Tpao) hanno raggiunto un accordo con il consorzio Nabucco, in base al quale co-finanzieranno i costi di sviluppo del gasdotto fino alla decisione finale sul tracciato, attesa nel corso del 2013. In cambio, i membri di Shah Deniz hanno acquisito un’opzione per rilevare il 50% delle quote del Nabucco, in proporzione alla quota nel consorzio di produzione.

Si tratta di un accordo che non copre la realizzazione vera e propria del gasdotto e lascia aperta la decisione finale. Un accordo analogo era stato in infatti firmato ad agosto 2012 con il consorzio Tap.

Un elemento di possibile criticità dell’accordo di ieri è che, in caso di realizzazione del Nabucco e di esercizio dell’opzione, il 5% del Nabucco passerà agli iraniani di Nico, che possiede il 10% di Shah Deniz. Nico (Naftiran Intertrade Company), creata nell’isola di Jersey ma che da un decennio ha trasferito le proprie attività in Svizzera, è una società controllata dalla National Iranian Oil Company, a sua volta di proprietà del Ministero del petrolio della Repubblica Islamica.

Se il sistema di controllate e sussidiare permette di rendere l’operazione legale, restano forti dubbi sull’opportunità politica dell’operazione, in un momento in cui agli operatori petroliferi sono imposti costi e limiti operativi a causa delle sanzioni europee all’Iran.