Enel e Hera firmano per il gas azerbaigiano

Enel sigla accordo con il consorzio Shah Deniz per l'approvvigionamento di gas da AzerbaigianPrimi contratti per l’acquisto del gas azerbaigiano di Shah Deniz, che saràportato in Italia attraverso il TAP. Ieri Enel e Hera hanno dato l’annuncio di aver concluso due contratti di fornitura della durata di 25 anni.

Il gas sarà fornito non prima del 2019 (probabilmente sarà 2020-2021). Per quanto concerne i volumi, Hera ha dichiarato 300 milioni di metri cubi all’anno, mentre Enel non ha specificato nel comunicato i volumi acquisiti.

L’annuncio della sigla dei primi contratti di fornitura rappresenta un ulteriore segnale positivo in attesa che, dopo la scelta del gasdotto, venga ufficializzata la decisione finale di investimento sulle attività upstream nell’offshore del Caspio, al momento in sospeso a causa delle incertezze di BP sulla ripartizione dei costi.

TAP, Nabucco, Corriere: quanta confusione

Europa in ordine sparso nella battaglia energeticaQuando si parla di energia, la stampa italiana non sempre è sul pezzo. L’ultimo caso è un articolo del Corriere pensato per chiarire ai lettori il contesto della scelta TAP: Europa in ordine sparso alla battaglia energetica. Obiettivo non raggiunto.

Tralasciamo l’adeguatezza dei titoli roboanti per concentrarci sui contenuti. Nulla di personale contro l’autore, ma TAP e Nabucco West non sono Corridoi energetici, ma gasdotti (infrastrutture) in competizione sullo stesso corridoio (progetto politico), quello meridionale.

Certo, un dettaglio, ma nel gergo di Bruxelles sono cose parecchio diverse, tanto da consentire a Barroso di salvare la faccia congratulandosi per la scelta di TAP come infrastruttura europea del Corridoio meridionale.

Proseguendo, il TAP traspoterà 10 miliardi di metri cubi (e espandibili a 20) e non 16, che invece saranno il totale della nuova produzione di Shah Deniz, in parte assorbita da Georgia e Turchia. Anche qui, dettagli: ma 6 Gmc in più o in meno sono anche l’equivalente di un rigassificatore in più o in meno, tanto per fare un esempio.

Poi, non si capisce bene perché il Nabucco West avrebbe rappresentato un fattore di diversificazione dalla Russia mentre il TAP no. Per sostenerlo, bisognerebbe ignorare il fatto che Nabucco West e TAP fossero in competizione per essere interamente riempiti dallo stesso gas di Shah Deniz. Che transiti da una parte o dall’altra, sempre del gas azerbaigiano del Caspio si tratta.

Sostenere che il Nabucco West potesse garantire più diversificazione del TAP nasce da un equivoco. Una cosa è il Nabucco, il progetto originale di gasdotto da 31 Gmc/a, accantonato da diversi anni perché avrebbe dovuto approvvigionarsi di gas iraniano (!), iracheno e turkmeno. Un’altra è Nabucco West, un progetto (ufficialmente, “scenario”) da 10 Gmc/a (espandibili a 20) e basta, proposto come ripiego per continuare a competere con il TAP per il solo gas azerbaigiano [non metto link perché nel frattempo il sito di Nabucco è andato offline].

Un’ultima considerazione: sarà anche vero che «i gasdotti si realizzno non solo sulla base della loro aritmetica economica», ma i 50 centesimi di differenza nelle tariffe di trasporto (di cui si parla nell’articolo) corrispondo a risparmi per 250 milioni di dollari all’anno. Forse abbastanza per fare la differenza.

Energy and Politics: Behind the Scenes of the Nabucco-TAP Competition

Nicolò Sartori - Energy and Politics: Behind the Scenes of the Nabucco-TAP CompetitionSegnalo un interessante paper di Nicolò Sartori sul tema del Corridoio merdionale e sulla vittoria di TAP nella competizione con Nabucco West Energy and Politics: Behind the Scenes of the Nabucco-TAP Competition.

Particolarmente convincente una delle considerazioni finali «if the focus moves […] to the specific objectives pursued by the Commission over the last decade, then the final response represents a clear policy failure».

Un fallimento che però è stato anche un successo per l’Italia, a ricordarci (aggiungo io) che non tutte le preferenze delle istituzioni europee sono positive per la sicurezza energetica nazionale.

TAP: raggiunto l’accordo sui nuovi soci

Ingrandisci - TAP: la nuova composizione azionariaA un mese dalla vittoria nella competizione con Nabucco per il trasporto del gas azerbaigiano in Ue, il consorozio TAP ha annunciato ufficialmente l’ingresso di quattro nuovi soci.

Tre dei nuovi soci appartengono al consorzio Shah Deniz (BP, SOCAR e Total), mentre uno è un operatore specializzato in reti (Fluxys). A ridurre la propria quota è stata soprattutto Axpo (passata dal 42,5% al 5%), mentre Statoil e E.On hanno confermato una partecipazione significativa.

Ora dunque gli azionisti di TAP sono la compagnia britannica BP (20%), la compagnia statale azerbaigiana SOCAR (20%), la compagnia di stato norvegese Statoil (20%), la società belga Fluxys (16%), la compagnia francese Total (10%), la compagnie tedesca E.ON (9%) e la compagnia svizzera Axpo (5%).

Intervista a Bortoni sul TAP

«Tap opera strategica per l'integrazione dei mercati del gas»Il presidente dell’Aeeg Guido Bortoni è stato intervistato dal Sole24Ore sul TAP.

Lettura interessante e dichiarazioni largamente condivisibili, ma tutto secondo copione: difesa dell’infrastruttura come fonte di diversificaizone e riduzione del potere di mercato dei fornitori storici, lucida analisi dell’impraticabilità di infrastrutture visionarie lungo il Corridoio meridionale, difesa dell’esenzione dall’accesso a terze parti come elemento essenziale per consentire la realizzazione del TAP.