Il gas a buon mercato dell’Europa orientale

Sorpresa! Sei degli otto Paesi dell’Europa orientale, che secondo la Commissione starebbero soffrendo la tirannia di Gazprom, pagano il gas meno della media europea (e gli altri due poco di più).

Prezzi del gas sui mercati europei - 2011 - €/GJ - fonte: Eurostat, ten00118

La fonte è la bancadati di Eurostat, i dati sono riferiti ai consumi di un’utenza domestica media (20-200 GJ) nel 2011, tasse escluse (tabella: ten00118).

Si consiglia una rapida lettura dei dati a quanti, commentando la vicenda, parlano di prezzi stratosferici per i consumatori dell’Europa orientale.

Putin risponde alla Commissione

Mercato Unico EuropeoIl presidente Putin ha emesso ieri un ordine esecutivo che vieta alle società strategiche controllate dalla Stato russo di fornire informazioni sensibili ad autorità straniere senza la preventiva autorizzazion governativa.

La scelta si inserisce nel quadro della guerra avviata dalla Commissione europea nei giorni scorsi contro Gazprom, accusata di pratiche lesive della concorrenza.

Restano dei dubbi di applicabilità della disposizione alle società contrallate dallo Stato russo ma registrate e operanti all’interno dell’UE. Nondimeno, la scelta è quella di politicizzare la questione, portando la questione in un terreno dove la Commissione risulterebbe in difficoltà per assenza di legittimità e di mandato politico.

Il rischio per Gazprom è quello di vedersi comminare una multa piuttosto salata (fino a 10 miliardi di euro) ma soprattutto di vedere danneggiate le proprie attività commerciali in Europa orientale, in un periodo già segnato dal calo dei consumi europei e dalle rinegoziazioni dei contratti take-or-pay, costate alcuni miliardi di sconto (a volte retroattivo, come nel caso di E.On).

A parte il merito della questione Gazprom-Commissione, il dato preoccupante che emerge è che sembra sempre più difficile fare business in Europa per le aziende straniere: rischio economico (una crisi infinita), rischio politico (sussidi alle rinnovabili generosi e scarsamente prevedibili, che erodono quote di mercato), rischio regolatorio (con l’antitrust utilizzato per colmare l’assenza di politiche energetiche strutturate, per tacere delle questioni monetarie) sono tutti fattori che spingono i capitali via dai mercati europei, in un ottundimento completo della nostra élite politica.

La Commissione europea (ancora) contro Gazprom

Commissione europeaLa Commissione europea ha comunicato ieri di aver aperto un procedimento contro Gazprom per abuso di posizione dominante (art. 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione).

La Commissione sospetta che Gazprom abbia messo in atto pratiche anticorrenziali in Europa orientale e in particolare che abbia:

  • ostacolato la libera circolazione del gas tra Stati membri;
  • impedito la diversificazione degli approvvigionamenti;
  • abbia imposto prezzi iniqui attraverso l’indicizzazione al prezzo del petrolio.

Il procedimento segue le perquisizioni effettuate un anno fa negli uffici europei di Gazprom.

Si tratta di un nuovo tassello della lunga battaglia della Commissione europea contro l’azienda di Stato russa, nel tentativo di limitarne il ruolo sul mercato europeo. È tuttavia difficile che questa nuova iniziativa segni un cambio di passo, anche se non è dato sapere quali elementi abbia raccolto la Commissione.

Resta in ogni caso complesso individuare il superamento della linea sottile che distingue la difesa della propria quota di mercato e la pratica anticoncorrenziale. La prima e la seconda accusa riguardano la gestione (e al limite la costruzione) delle infrastrutture: la legislazione in continua evoluzione e il periodo di transizione degli assetti proprietari delle reti in tutta Europa rendono molto difficile individuare elementi di prova certi.

Per quanto riguarda l’indicizzazione al petrolio, si tratta di una scelta delle parti contraenti. E il mercato sta ampiamente mettendo in discussione questo tipo di contratti, tanto da aver spinto Gazprom negli ultimi due anni a rinegoziare parecchi contratti. A chi trova vessatoria la scelta di indicizzare i prezzi al petrolio, gioverebbe ricordare un po’ di storia: buona o cattiva, l’indicizzazione al petrolio fu introdotta proprio per impedire pratiche discriminatorie da parte dei fornitori. Inoltre, ironia della storia, a fine anni Novanta la Russia fece default (anche) per la contrazione del prezzo del petrolio; in quel caso però nessuno suggerì che il prezzo del gas russo indicizzato fosse iniquo per i russi.

Al di là del merito legale, la vicenda solleva un punto interessante: le imprese dell’Europa occidentale, grazie alle dimensioni e alla diversificazione dei rispettivi mercati, hanno spuntato riduzioni di prezzo che le imprese dell’Europa orientale non hanno raggiunto. Ma in questo caso, la responsabilità è di Gazprom o dei decisori politici dell’Europa orientale che non hanno saputo favorire gli investimenti, come fatto invece dalla Cechia?

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Aggiornamento: la notizia ripresa da BBC, WSJ, SQ, Ansa.

[Crossposting con Epoké]

Geopolitica dell’energia – Consumi e dipendenza

Matteo Verda – Consumi di energia primaria e livello di dipendenza delle principali economie (dati BP)Le grandi economie mondiali sono caratterizzate da consumi e da livelli di dipendenza dalle importazioni eterogenei, con implicazioni di sicurezza energetica piuttosto diverse.

Secondo di dati riportati dal BP Statistical review of world energy 2012, nel 2011 il consumo di energia primaria mondiale è stato di 12.275 Mtep. La Cina è stata il primo consumatore mondiale (2.613 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio consumate), seguita da USA (2.269 Mtpe), UE (1.691 Mtep), Russisa (686 Mtep), India (559 Mtep), Giappone (478 Mtpe), Brasile (267 Mtpe).

La quota combinata di USA e UE è stata del 36%, in forte diminuzione rispetto a dieci anni prima, quando era stata del 43%. Parallelamente, i consumi cinesi sono più che raddoppiati e la loro quota sul totale mondiale è passata dall’11% al 21%, a testimoniare la veloce redistribuzione geografica dell’attività manifatturiera ed economica in generale.

Per quanto concerne il livello di dipendenza, inteso come il contributo delle materie prime energetiche importate sul totale del consumo di energia primaria, la graduatoria vede invece al primo posto il Giappone (87%), UE (56%), India (37%), USA (20%), Brasile (10%), Cina (6%). Tra le grandi economie mondiali, l’unico paese esportatore è la Russia, che nel 2011 ha ceduto sui mercati internazionali 606 Mtep, pari al 47% di quanto prodotto (e all’88% di quanto consumato internamente).

Il dato del livello di dipendenza dalle importazioni rappresenta un possibile punto di partenza per analizzare la sicurezza energetica di un Paese, ma deve essere completato dal dato relativo alla composizione del paniere energetico e dalla struttura dell’approvvigionamento energetico. Questi temi saranno affrontati in un altro post.

Per approfondire: database.

Gas azerbaigiano: pessime notizie per l’Italia

Sole24Ore - Gas azero più lontano dall'ItaliaSecondo quanto riportato dal Sole24Ore e da Agi, il ministro dell’Energia azero, Natik Aliyev, avrebbe affermato: «Ritengo che Nabucco Ovest sia il migliore, sotto tutti gli aspetti. È stato disegnato per avere un diametro superiore e quindi una capacità di trasporto superiore. È voluto e sostenuto dalla Ue. Ha la capacità di rifornire il mercato del Sud-Est europeo e dell’Europa centrale. Un mercato più affidabile. Nabucco Ovest ha più chance di vincere».

Se alle parole seguiranno i fatti, ossia se Socar appoggiasse effettivamente il Nabucco West ai danni del TAP, si tratterebbe di una svolta lungo il corridoio sud. Tutta ai danni dell’Italia, che sconta anche l’intempestivo prolungarsi dell’appoggi a ITGI da parte del governo. In ogni caso, potrebbe trattarsi di una dichiarazione nel quadro più ampio delle negoziazioni sugli accordi economici collaterali alla realizzazione del gasdotto tra i Paesi coinvolti nelle diverse ipotesi di tracciato e potrebbe dunque non essere seguita da una decisione definitiva.

Una nota alle parole di Natik Aliyev: dalle dichiarazioni dei mesi passati, il Nabucco West sarebbe progettato per trasportare 10 Gmc, esattamente come il TAP (anzi, il TAP ha nel progetto un’opzione di raddoppio a prezzi contenuti).

Una nota all’articolo di Roberto Bongiorni sul Sole24Ore: 10 Gmc non consentirebbero di «affrancarsi dalla dipendenza da Algeria e Russia», da cui l’Italia nel 2011 ha importato rispettivamente 21 e 26 Gmc.

Aggiornamento: la notizia battuta da Reuters.

Relazione annuale AEEG

AEEG - Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull'attività svoltaIl 27 giugno il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas Guido Bordoni ha tenuto la sua prima Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta.

La relazione comprende un primo volume dedicato alla ricostruzione e all’analisi del contesto internazionale e del mercato nazionale e un secondo volume dedicato all’analisi della legislazione e degli indirizzi di politica energetica.