Oettinger, l’Europa e una certa idea di mercato

Il commissario europeo per l’energia, il tedesco (sottolineo, tedesco) Günther Oettinger ha dichiarato:

Günther Oettinger

La Russia e’ il nostro piu’ importante partner in termini di importazione di petrolio, carbone, uranio e gas, ma quello che ci occorre e’ la parita’ di condizioni. A lungo termine dovremmo evitare di avere prezzi differenti per il gas. Il gas e’ il gas. Ma il prezzo del gas e’ molto meno elevato a Berlino o Parigi che a Vilnius.

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Ora, visto che non si può di certo accusare Oettinger di ignoranza (questo lusso possiamo concerdercelo soprattutto coi politici nostrani), le sue parole contegono una visione ben strana dei meccanismi di mercato.

Ora, non serve scomodare i numi tutelari della teoria economica per scoprire che un prezzo più alto è segnale di una maggiore disponibilità a pagare: quello che paghereste senza fiatare per un caffé lungo in piazza San Marco a Venezia o in un locale alla moda lo trovereste invece un furto in un quartiere popolare di una grande città. Eppur credo che pochi di voi si straccerebbero le vesti, urlando alla necessità di abbassare i prezzi del caffé in tutta Italia.

Il caso del gas non è molto diverso da quello del caffé. Se in Germania c’è più offerta di energia (non necessariamente di gas: la concorrenza al gas di Gazprom la fanno anche le pale eoliche, i tedeschi ne sanno qualcosa), è normale che il prezzo finisca per essere più basso.

Al massimo, si può pensare che far convergere tutti i mercati nazionali sul livello di offerta tedesco (dico tedesco tanto per fare un esempio) possa essere un obiettivo di lungo periodo. Ma per ottenerlo non serve minacciare il fornitore attuale, occorre che i decisori politici nazionali creino le condizioni affinché altri operatori, guidati dal prezzo dell’energia più alto, investano nei Paesi dell’Europa orientale.

E qui viene il lato cuoriso della vicenda: la Commissione europea, invece di agire sui governi dell’Europa orientale affinché aprano i loro mercati e incentivino gli investimenti, se la prende con Gazprom affinché per via amministrativo/commerciale imponga prezzi uniformi in tutta Europa (Ostpolitik post-moderna?).

La strategia di unificazione del mecato europeo passa dunque per un tentativo di imposizione di prezzi uniformi in economie profondamente diverse, senza agire prima su misure di riequilibrio diverse. In modo inquietante, il tutto ricorda molto da vicino la vicenda dell’euro. Fiat Europa et pereat mundus.

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