La vicenda Ansaldo energia

Ansaldo EnergiaAnsaldo Energia, gioiello nel settore delle turbine a gas, sarà forse ceduta dal gruppo Finmeccanica, impegnato a fronteggiare il passivo di bilancio con un piano di dismissioni che  permetta di concentrare gli investimenti sul core business.

Fin qui, nulla di straordinario in questi tempi di crisi. Come non è straordinario che a fare un’offerta da 1,3 miliardi di euro sia Siemens, diretto concorrente di Ansaldo Energia, molto interessata a sbarazzarsi di un concorrente.

Quello che sembra più strano è la bagarre montata in questi giorni contro Corrado Passera, reo di non aver blindato subito Ansaldo Energia dichiarandola non-privatizzabile (particolarmente attivo è apparso Stefano Saglia, ex sottosegretario MSE). Vero è che Passera ha sostenuto che «se Finmeccanica deciderà di dismettere questo settore, perché non si sentirà in grado di essere questo tipo di azionista, è chiaro che bisognerà seguire nella dismissione il perseguimento di questi obiettivi», ma sembra più buonsenso che una dichiarazione d’amore in tedesco.

Vendere a Siemens sarebbe un grave danno per l’industria italiana e per l’occupazione: i tedeschi possono spergiurare finché vogliono, ma è ovvio che l’accorpamento delle società non premierebbe le posizioni in Italia. Tuttavia non è l’unica opzione possibile: c’è l’opzione Cassa Depositi e Prestiti caldeggiata dai sindacati (e quindi dubbia, anche se sempre meglio della Siemens), c’è la solita fantomatica quanto improbabile cordata di banca alla difesa dell’italianità e ci sarebbero molto più concretamente diversi fondi di investimento interessati all’operazione.

Insomma, la partita sembra molto aperta: si spera che il trambusto pre-elettorale non copra qualche colpo gobbo in salsa tedesca. Non me ne vogliano troppo i miei amici liberisti.

Nota: post leggermente offtopic, ma molto sentito.

Aggiornamento: la risposta di Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo energia, che esprime perplessità sul reale contenuto delle parole del ministro Passera e ricorda come tutta questa bagarre stia danneggiando il gruppo, facendo tra l’altro ritardare una commessa in Algeria (qui la notizia ripresa dal Sole24Ore). Sarebbe il caso di evitare un nuovo regalo ai tedeschi, come nel caso della commessa per le FREMM.

[Crossposting con Epoké]

Gas azerbaigiano: pessime notizie per l’Italia

Sole24Ore - Gas azero più lontano dall'ItaliaSecondo quanto riportato dal Sole24Ore e da Agi, il ministro dell’Energia azero, Natik Aliyev, avrebbe affermato: «Ritengo che Nabucco Ovest sia il migliore, sotto tutti gli aspetti. È stato disegnato per avere un diametro superiore e quindi una capacità di trasporto superiore. È voluto e sostenuto dalla Ue. Ha la capacità di rifornire il mercato del Sud-Est europeo e dell’Europa centrale. Un mercato più affidabile. Nabucco Ovest ha più chance di vincere».

Se alle parole seguiranno i fatti, ossia se Socar appoggiasse effettivamente il Nabucco West ai danni del TAP, si tratterebbe di una svolta lungo il corridoio sud. Tutta ai danni dell’Italia, che sconta anche l’intempestivo prolungarsi dell’appoggi a ITGI da parte del governo. In ogni caso, potrebbe trattarsi di una dichiarazione nel quadro più ampio delle negoziazioni sugli accordi economici collaterali alla realizzazione del gasdotto tra i Paesi coinvolti nelle diverse ipotesi di tracciato e potrebbe dunque non essere seguita da una decisione definitiva.

Una nota alle parole di Natik Aliyev: dalle dichiarazioni dei mesi passati, il Nabucco West sarebbe progettato per trasportare 10 Gmc, esattamente come il TAP (anzi, il TAP ha nel progetto un’opzione di raddoppio a prezzi contenuti).

Una nota all’articolo di Roberto Bongiorni sul Sole24Ore: 10 Gmc non consentirebbero di «affrancarsi dalla dipendenza da Algeria e Russia», da cui l’Italia nel 2011 ha importato rispettivamente 21 e 26 Gmc.

Aggiornamento: la notizia battuta da Reuters.

L’Italia e il Corridoio Sud

Piattaforma del giacimento gassoso di Shah Deniz nel Mar Caspio (© Stuart Conway/Statoil)In un recente post, Stefano Casertano affronta la questione del Corridoio Sud e delle infrastrutture che dovrebbero portare il gas azerbaigiano di Shah Deniz II (SDII) sui mercati europei. I membri del consorzio di produzione prenderanno una decisione ufficiale sull’infrastruttura nel 2013 e hanno scartato tutti i progetti, tranne due: il Nabucco West, diretto in Austria, e il TAP, diretto in Italia.

Premesso che SDII dovrebbe iniziare la produzione nel 2018, Casertano paventa il rischio che i tempi di realizzazione del TAP siano troppo lunghi e ipotizza tre scenari: TAP accelera e il gas arriva sul mercato italiano, il gas prende la strada dell’Austria, oppure il gas  arriva in parte nei Balcani e in parte viene venduto in Russia.

La prima ipotesi sarebbe l’ottimo (e ci torneremo dopo). La seconda ipotesi sarebbe il Nabucco West, ossia gas in Austria e non in Italia. La terza è improbabile: i produttori del consorzio hanno tutto l’interesse a raggiungere i mercati europei anziché lasciare che i russi si intaschino una congrua fetta dei ricavi assorbendo la produzione di Shah Deniz a prezzi inferiori a quelli di mercato.

Il governo azerbaigiano ha poi un interesse ancora più forte a evitare di dipendere dai russi per i propri flussi di export: il Turkmenistan è un esempio di come i russi (comprensibilmente) prima piazzino tutta la propria produzione e solo dopo assorbano i volumi dai propri fornitori. Inoltre, con il conflitto in Nagorno-Karabakh congelato per l’intervento dei russi a favore degli armeni, è improbabile che il governo di Baku voglia legarsi ancora più strettamente ai russi (piuttosto, meglio liquefare in Turchia!).

Infine, per quanto le questioni di politica internazionale siano sempre piuttosto fumose, resta il fatto che il contratto tra Socar e Botas per il gasdotto TANAP è già stato firmato e l’infrastruttura porterà 10 Gmc all’anno al confine occidentale della Turchia.

Si torna così al punto di partenza: Nabucco West o TAP? A Casertano il TAP non piace, a differenza del (compianto) ITGI. Perché? Perché ci sarebbe un’influenza negativa dei soci del consorzio Shah Deniz II sulle strategie commerciali di TAP. Ora, escludendo che l’ITGI fosse un ente di beneficenza, il fatto che Statoil abbia una quota sia in SDII (25,5% del PSA) sia in TAP (42,5%) non sembra essere esattamente «un’infrastruttura in cui il controllo dei produttori sarebbe totale».

Questo senza considerare che, con una strutturale eccesso di offerta di gas in Italia, è difficile che facendo prezzi elevati si piazzino i volumi necessari a ripagare un’infrastruttura nuova.

Resta un’ultima considerazione: anche se l’ITGI fosse stato un progetto migliore (e non credo, ma cambia poco), è stato comunque eliminato. Non restano che due opzioni: lavorare per portare il gas in Italia, o lavorare per portare il gas in Austria.

Relazione annuale AEEG

AEEG - Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull'attività svoltaIl 27 giugno il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas Guido Bordoni ha tenuto la sua prima Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta.

La relazione comprende un primo volume dedicato alla ricostruzione e all’analisi del contesto internazionale e del mercato nazionale e un secondo volume dedicato all’analisi della legislazione e degli indirizzi di politica energetica.

TAP-Governo: eppur (qualcosa) si muove

Visita Dassù-De Vincenti a Baku, focus su settore energiaDopo il tramonto dell’ITGI, si attendeva qualche segnale di appoggio da parte del Governo al TAP, l’infrastruttura superstite lungo il tracciato sud del corridoio destinato a trasportare il gas azerbaigiano di Shah Deniz II in UE, probabilmente dopo il 2018.

Come riportato dal Velino,  l’8 e 9 luglio i sottosegretari agli Esteri, Marta Dassù, sottosegretario agli Esteri, e Claudio De Vincenti, omologo al MSE, hanno effettuato una missione congiunta a Baku per incontrare i vertici del governo azerbaigiano, incluso il presidente Ilham Aliyev.

Sul tavolo di certo i temi energetici, visto che nel 2011 l’Azerbaigian è stato il primo fornitore di greggio dell’Italia. Importante per la sicurezza energetica italiana è sicuramente anche il fronte del gas naturale, visto che proprio dall’Azerbaigian potrebbe arrivare 10 Gmc di gas all’anno, in grado di aumentare sia la concorrenzialità del mercato finale, sia la resilienza del sistema nazionale di approvvigionamento. Si spera quindi che il Governo di Roma, dopo un lungo sostegno al progetto avversario, l’ITGI, abbia finalmente iniziato a mettere tutto il proprio peso a favore del TAP.

L’Italia ha parecchio da perdere: entro l’anno prossimo, i soci del consorzio di Shah Deniz (BP, Statoil e Socar) dovranno decidere se destinare il gas all’Italia oppure se favorire il Nabucco West e far arrivare il gas azerbaigiano in Austria, con evidenti ricadute negative per i consumatori italiani (un po’ meno per qualche operatore nostrano, ma questo è un altro discorso). Speriamo che il governo si dimostri all’altezza, elezioni permettendo.

BP abbandona SEEP

Azerbaigian-Ue: i tracciati dei gasdotti alternativiSecondo quanto riportato da Reuters e FT, BP avrebbe abbandonato il progetto della South East Europe Pipeline, il gasdotto che avrebbe dovuto portare ai mercati dell’Europa orientale il gas di Shah Deniz II (Azerbaigian), collegandosi al TANAP.

Dopo la decisione di favorire TAP a ITGI lungo l’ipotesi di tracciato meridionale, i membri del consorzio di Shah Deniz (BP, Statoil e Socar) hanno così scelto il progetto finalista per la diramazione settentrionale: sarà Nabucco West, la versione ridotta a 10 Gmc del Nabucco, archiviato nel suo tracciato originale già da qualche mese.

Per l’anno prossimo è invece attesa la decisione su quale dei due tracciati, Nord (Nabucco West verso l’Austria) o Sud (TAP verso l’Italia), sarà infine costruito per il 2018.

La decisione di BP, che avrebbe partecipato direttamente alla costruzione di SEEP, è probabilmente riconducibile al difficile momento finanziario della società, alle prese con le conseguenze economiche delle perdite nel Golfo del Messico e con il tentativo di uscita dal consorzio TNK-BP in Russia.

Per quanto riguarda l’Italia, ora che i finalisti sono stati scelti, è fondamentale che il Ministero delle sviluppo economico, fino ad ora molto vicino al progetto ITGI, prenda atto della situazione e si mobiliti in tutte le sedi per favorire la realizzazione del TAP. L’arrivo del gas azerbaigiano consentirebbe di aumentare la diversificazione delle forniture all’Italia, favorendo la sicurezza energetica nazionale.