Gas, i fatti del 2012

Gas, 2012 in pillole - Gionata Picchio - AgiEnergiaGionata Picchio propone su AgiEnergia una sintetica ma completa panoramica dei principali fatti del mondo del gas naturale italiano nel 2012.

Tra le tendenze da ricordare, il calo dei consumi (nonostante il grande freddo di febbraio), i passi avanti del mercato (scorporo di Snam e assegnazione quotidiana della capacità TAP) e Gazprom protagonista su più fronti (Nord Stream, South Stream, rinegoziazioni, indagini della Commissione).

Focus trimestrale sicurezza energetica – Q3 e Q4 2012

Osservatorio di Politica Internazionale - Focus sicurezza energetica - Q1 2012È stato reso pubblico il focus sulla sicurezza energetica relativo al terzo e quarto trimestre 2012 realizzato per l’Osservatorio di Politica Internazionale (Senato, Camera e MAE).

Il primo capitolo del Focus è dedicato all’analisi del fabbisogno di gas nei principali mercati europei, con specifico riferimento alla generalizzata contrazione dei consumi nel corso del 2012 e ai differenziali di prezzo finale tra i diversi Paesi europei.

Il secondo capitolo è invece dedicato all’offerta e, nello specifico, alle politiche dei Paesi produttori di gas naturale e dei Paesi di transito dei gasdotti attualmente in funzione o in fase di progettazione/realizzazione. Ai recenti sviluppi del sistema di infrastrutture di trasporto e alle prospettive di realizzazione di nuovi progetti è poi dedicato il terzo capitolo.

Infine sono presenti due approfondimenti, uno dedicato al decomissioning nucleare e l’altro alle conseguenze geopolitiche dei cambiamenti nel mercato petrolifero statunitense.

Risorse africane e sicurezza energetica europea

Le risorse energetiche africane, i mercati internazionali e la sicurezza energetica europea - Matteo VerdaSlides relative alla relazione Le risorse energetiche africane, i mercati internazionali e la sicurezza energetica europea, presentata il 20 novembre 2012 durante la conferenza Le relazioni tra Africa sub-sahariana e Unione Europea: sicurezza internazionale e lotta alla povertà, presso il Centro dipartimentale di studi storici e politici su Africa e Medio Oriente dell’Università di Bologna. 

Focus trimestrale sicurezza energetica – Q2 2012

Osservatorio di Politica Internazionale - Focus sicurezza energetica - Q1 2012

È stato reso pubblico il focus sulla sicurezza energetica relativo al secondo trimestre 2012 realizzato per l’Osservatorio di Politica Internazionale (Senato, Camera e MAE).

Il primo capitolo del Focus è dedicato all’analisi del fabbisogno di gas nei principali mercati europei, con specifico riferimento alla generalizzata contrazione dei consumi nel corso del 2011. Il secondo capitolo è invece dedicato all’offerta e, nello specifico, alle politiche dei Paesi produttori di gas naturale e dei Paesi di transito dei gasdotti attualmente in funzione o in fase di progettazione/realizzazione. Ai recenti sviluppi del sistema di infrastrutture di trasporto e alle prospettive di realizzazione di nuovi progetti è poi dedicato il terzo capitolo. Infine è presente un approfondimento realtivo alle sfide e alle opportunità del mercato del gas naturale in Italia.

Oettinger, l’Europa e una certa idea di mercato

Il commissario europeo per l’energia, il tedesco (sottolineo, tedesco) Günther Oettinger ha dichiarato:

Günther Oettinger

La Russia e’ il nostro piu’ importante partner in termini di importazione di petrolio, carbone, uranio e gas, ma quello che ci occorre e’ la parita’ di condizioni. A lungo termine dovremmo evitare di avere prezzi differenti per il gas. Il gas e’ il gas. Ma il prezzo del gas e’ molto meno elevato a Berlino o Parigi che a Vilnius.

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Ora, visto che non si può di certo accusare Oettinger di ignoranza (questo lusso possiamo concerdercelo soprattutto coi politici nostrani), le sue parole contegono una visione ben strana dei meccanismi di mercato.

Ora, non serve scomodare i numi tutelari della teoria economica per scoprire che un prezzo più alto è segnale di una maggiore disponibilità a pagare: quello che paghereste senza fiatare per un caffé lungo in piazza San Marco a Venezia o in un locale alla moda lo trovereste invece un furto in un quartiere popolare di una grande città. Eppur credo che pochi di voi si straccerebbero le vesti, urlando alla necessità di abbassare i prezzi del caffé in tutta Italia.

Il caso del gas non è molto diverso da quello del caffé. Se in Germania c’è più offerta di energia (non necessariamente di gas: la concorrenza al gas di Gazprom la fanno anche le pale eoliche, i tedeschi ne sanno qualcosa), è normale che il prezzo finisca per essere più basso.

Al massimo, si può pensare che far convergere tutti i mercati nazionali sul livello di offerta tedesco (dico tedesco tanto per fare un esempio) possa essere un obiettivo di lungo periodo. Ma per ottenerlo non serve minacciare il fornitore attuale, occorre che i decisori politici nazionali creino le condizioni affinché altri operatori, guidati dal prezzo dell’energia più alto, investano nei Paesi dell’Europa orientale.

E qui viene il lato cuoriso della vicenda: la Commissione europea, invece di agire sui governi dell’Europa orientale affinché aprano i loro mercati e incentivino gli investimenti, se la prende con Gazprom affinché per via amministrativo/commerciale imponga prezzi uniformi in tutta Europa (Ostpolitik post-moderna?).

La strategia di unificazione del mecato europeo passa dunque per un tentativo di imposizione di prezzi uniformi in economie profondamente diverse, senza agire prima su misure di riequilibrio diverse. In modo inquietante, il tutto ricorda molto da vicino la vicenda dell’euro. Fiat Europa et pereat mundus.

Putin risponde alla Commissione

Mercato Unico EuropeoIl presidente Putin ha emesso ieri un ordine esecutivo che vieta alle società strategiche controllate dalla Stato russo di fornire informazioni sensibili ad autorità straniere senza la preventiva autorizzazion governativa.

La scelta si inserisce nel quadro della guerra avviata dalla Commissione europea nei giorni scorsi contro Gazprom, accusata di pratiche lesive della concorrenza.

Restano dei dubbi di applicabilità della disposizione alle società contrallate dallo Stato russo ma registrate e operanti all’interno dell’UE. Nondimeno, la scelta è quella di politicizzare la questione, portando la questione in un terreno dove la Commissione risulterebbe in difficoltà per assenza di legittimità e di mandato politico.

Il rischio per Gazprom è quello di vedersi comminare una multa piuttosto salata (fino a 10 miliardi di euro) ma soprattutto di vedere danneggiate le proprie attività commerciali in Europa orientale, in un periodo già segnato dal calo dei consumi europei e dalle rinegoziazioni dei contratti take-or-pay, costate alcuni miliardi di sconto (a volte retroattivo, come nel caso di E.On).

A parte il merito della questione Gazprom-Commissione, il dato preoccupante che emerge è che sembra sempre più difficile fare business in Europa per le aziende straniere: rischio economico (una crisi infinita), rischio politico (sussidi alle rinnovabili generosi e scarsamente prevedibili, che erodono quote di mercato), rischio regolatorio (con l’antitrust utilizzato per colmare l’assenza di politiche energetiche strutturate, per tacere delle questioni monetarie) sono tutti fattori che spingono i capitali via dai mercati europei, in un ottundimento completo della nostra élite politica.