Saudi America, il nuovo swing producer?

Economist - Saudi America. The economics of shale oil Il petrolio continua a essere il centro dei mercati energetici globali, presenti e futuri. Sul tema, segnalo un bell’articolo dell’Economist, Saudi America. The economics of shale oil.

Il titolo rimanda esplicitamente a uno degli aspetti più interessanti del boom non convenzionale statunitense: la possibilità che gli Stati Uniti rivestano almeno in parte il ruolo di swing producer, oggi di fatto svolto a livello globale dall’Arabia Saudita.
A ostacolare una piena evoluzione in questo senso è però la legislazione statunitense, che vieta l’esportazione del greggio. Rimuovere l’ostacolo è molto difficile, ma non impossibile.

Canale di Panama, ripartono i lavori

gCapitain - Panama Canal Work to Restart ThursdayL’Autorità del Canale di Panama ha annunciato che i lavori per il terzo set di chiuse riprenderanno giovedì 20 febbraio, dopo diverse settimane di blocco a causa di un contenzioso con il consorzio GUPC, guidato dalla spagnola Sacyr e dall’italiana Salini Impregilo.

Il contenzioso riguarda la richiesta da parte del consorzio di ulteriori 1,6 miliardi di dollari per far fronte ai costi aggiuntivi emersi in corso d’opera.

L’espansione del Canale di Panama dovrebbe essere ultimata nel 2015 e dovrebbe portare a un significativo aumento dei traffici, grazie alla possibilità di far transitare navi più grandi. In particolare, grazie all’espansione potranno transitare da Panama le metaniere provenienti dagli Stati Uniti e dirette in Asia orientale.

Panama: interrotte le trattive con Sacyr e Impregilo

ANSA - Canale Panama: Autorità interrompe trattative Secondo quanto riportato da Reuters e Ansa, l’Autorità per il Canale di Panama ha sospeso le trattative con il consorzio incaricato dell’espansione del canale e guidato dalla spagnola Sacyr e dall’italiana Salini Impregilo, riunite nel consorzio GUPC.

Il consorzio ha già completato il 70% dei lavori e per ultimare l’opera ha richiesto un’integrazione di 1,6 miliardi di dollari rispetto al preventivo iniziale. L’Autorità si è tuttavia opposta e le trattative degli ultimi mesi non sono riuscite a portare a un accordo, nonostante l’impegno diretto dei vertici politici panamensi ed europei.

I lavori sarebbero dovuti terminare a metà 2015, ma a questo punto c’è il rischio concreto di uno slittamento significativo. Anche perché un contenzioso legale diventerebbe inevitabile, mentre il non meglio precisato “piano B” dell’Autorità per completare l’opera dovrebbe misurarsi con l’0struzionismo delle imprese estromesse.

È ancora possibile che si tratti di una mossa negoziale per ridurre gli esborsi, ma se davvero si arrivasse a un ritardo significativo nei lavori, le perdite per Panama sarebbero notevoli. Secondo le stime di GUPC riportate da Ansa, le perdite per l’Autorità sarebbero di due miliardi di dollari all’anno per ogni anno di ritardo nell’espansione.

Il ritardo nella realizzazione del Canale potrebbe avere inoltre conseguenze significative per lo sviluppo delle attività di esportazione di GNL statunitense, che per raggiungere i mercati asiatici dovrebbe transitare proprio dal Canale a bordo di metaniere di grandi dimensioni.

Il Canale di Panama e il GNL statunitense

Reuters - UPDATE 2-Panama presses Spain and Italy to resolve canal cost rowLa crescita del non-convenzionale statunitense e il prezzo interno ampiamente inferiore alla media mondiale hanno spinto inevitabilmente i produttori nordamericani a guardare con crescente interesse all’ipotesi di esportare GNL.

Il grosso della capacità produttiva è concentrato nella parte orientale del Paese, mentre i mercati coi prezzi più alti sono quelli dell’Asia Orientale. Per raggiungere quei mercati mantenendo margini interessanti, l’unica soluzione è quella di far transitare le metaniere attraverso il Canale di Panama.

Per accogliere il traffico delle metaniere Panama ha tuttavia bisogno di una espansione, il terzo canale, attualmente in fase di realizzazione. La costruzione dovrebbe concludersi nel 2015, ma nei giorni scorsi ha fatto parecchio clamore il contenzioso tra le ditte appaltatrici e il governo panamense.

Il consorzio incaricato della costruzione, guidato dalla spagnola Sacyr e dall’italiana Salini Impregilo, ha chiesto ulteriori 1,6 miliardi di dollari all’Autorità per il Canale, che nel 2009 aveva commissionato l’opera per 3,2 miliardi.

Il governo panamense sta ricorrendo alle pressioni diplomatiche su Roma e Madrid per spingere a un compromesso. Vista la centralità del Canale per l’economia panamense, ci sono pochi dubbi sul fatto che un accordo sarà raggiunto a breve, ma resta l’incognita della ripartizione dei costi.

La vicenda non dovrebbe dunque avere ripercussioni sulla tempistica di sviluppo delle attività di esportazione del GNL statunitense, ma mette ancora una volta in luce l’importanza dei punti di transito e dei colli di bottiglia nello sviluppo dei traffici energetici via mare.

Gas Politics After Ukraine

Brenda Shaffer - Gas Politics After Ukraine. Azerbaijan, Shah Deniz, and Europe's Newest Energy Partner Segnalo un’analisi di Brenda Shaffer pubblicata su Foreign Affairs col titolo Gas Politics After Ukraine. Azerbaijan, Shah Deniz, and Europe’s Newest Energy Partner.

La firma è di livello, ma il pezzo ha parecchi limiti: il contributo statunitense (a differenza del BTC) è stato marginale mentre la funzione principale delle istituzioni europee è stata quella di fare schiamazzo mentre le compagnie e i governi facevano il lavoro. Washington dista quasi 10.000 km, e si sentono tutti.

Un passaggio brilla poi per indifferenza rispetto alla realtà: nonostante abbia indicato che il gas azerbaigiano darà un contributo modesto in termini di volumi, si lascia andare a scrivere che «[the] interconnecting gas pipelines in Europe, filled with Azerbaijani gas, will ensure that Russia can no longer switch off the heat in eastern Europe and the Caucasus on a whim».

A quanto pare, l’idea che Gazprom voglia e soprattutto possa davvero tagliare le forniture ai propri clienti in Europa per oscuri ricatti politici va ancora di moda. Ma forse qui siamo nel reame del giudizio di valore (e mi taccio).

Per quanto riguarda però il Caucaso, è da un po’ che la Russia ha smesso di esportare gas in Georgia (almeno, nella parte non occupata). Quanto poi alla distanza che separa la Bulgaria dalla Slovacchia e dalle Repubbliche del Baltico, rimando invece a Google Maps

Il valore relativo dei livelli di produzione

Come tempestivamente riportato da Silendo, l’EIA statunitense ha pubblicato le stime relative alla produzione di petrolio e gas naturale per il 2013. Impressionante la prestazione degli Stati Uniti, che diventano il primo produttore mondiale di idrocarburi.

U.S. expected to be largest producer of petroleum and natural gas hydrocarbons in 2013

La crescita della produzione statunitense, grazie soprattutto al non convenzionale e all’attività dei piccoli operatori, è notevole.

Il dato deve tuttavia essere letto alla luce anche dei consumi interni e quindi della posizione dei singoli Paesi rispetto ai mercati internazionali.

INGRANDISCI - Esportazioni nette di petrolio (scuro) e gas naturale (chiaro) nel periodo 1986-2012, in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio - Elaborazione su dati BP 2013

Nonostante la crescita della produzione interna, gli Stati Uniti restano un importatore netto. L’impatto della crescita è dunque meno destabilizzante per i mercati internazionali, soprattutto se letto in combinazione con il dato relativo alla Cina, che mostra come il Paese stia affrontando un rapido peggioramento del saldo netto. La minore domanda di importazione statunitense è di fatto compensata dall’aumento delle importazioni cinesi.

Esportazioni nette di petrolio (scuro) e gas naturale (chiaro) cinesi nel periodo 1986-2012, in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio - Elaborazione su dati BP 2013

In conclusione, l’aumento di produzione statunitense rappresenta un’ottima notizia per l’economia americana e i primati mondiali rappresentano un’occasione per titoli accattivanti, però l’effetto complessivo sui mercati energetici globali è rilevante ma non rivoluzionario.

PS: Qui il file excel coi dati.