La posa dei tubi sottomarini

La posa dei tubi sottomarini è una delle sfide tecniche più importanti per consentire lo sfruttamento delle abbondanti riserve ubicate offshore. Esistono tre tecniche principali di posa dei tubi:

  • Tecnica tow-in (al traino): i tubi sono sospesi in acqua attraverso dei galleggianti e sono trainati da rimorchiatori. Una volta giunti sul luogo della posa, i galleggianti sono rimossi e i tubi affondano fino al fondale.Esistono quattro varianti di questa tecnica: con galleggiamento in superficie, con galleggiamento a mezz’acqua (per trascinamento o attraverso delle catene che fanno da contrappeso), con trascinamento sul fondale.
    Esistono quattro varianti di questa tecnica: con galleggiamento in superficie, con galleggiamento a mezz’acqua (per trascinamento o attraverso delle catene che fanno da contrappeso), con trascinamento sul fondale.

Posa tow-in (© OES)

 

  • Tecnica S-lay: i tubi sono saldati a bordo e poi calati in acqua appoggiandosi su uno stinger (pungiglione, lungo fino a 90 metri) che spunta dalla poppa della nave posatubi. Man mano che ulteriori segmenti di tubo sono aggiunti e calati in acqua, la condotta tocca il fondale e forma una piega formando una “S” in acqua.
    Questa tecnica può essere utilizzata con fondali fino a 2.000 metri (oltre, le tensioni su tubi rischiano di farli piegare) e possono essere posati fino a 6 km al giorno.

Posa S-lay (©OES)

 

  • Tecnica J-lay: per ridurre la pressione sui tubi rispetto alla tecnica S-lay, i tubi sono calati in acqua in verticale e, man mano che nuovi segmenti sono aggiunti, la condotta tocca il fondale e forma una piega formando una “J” in acqua.
    Con questa tecnica si possono raggiungere profondità inferiori ai 2.000 metri e sopportare anche correnti d’acqua e condizioni di mare più mosso durante le operazioni.

Posa J-lay (©OES)

Le immagini sono tratte da Offshore Engineering Study.

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