Prezzi del greggio in discesa, rischi per i produttori

UP - Brent e WTI (al 23/09/2014)Nonostante l’instabilità in diverse aree produttive, a cominciare da quella mediorientale, i prezzi del greggio stanno conoscendo in queste settimane uno stabile declino. Qui la serie storica dell’IEA, aggiornata a tre giorni fa.

In queste settimane, il Brent si aggira sui 95 dollari al barile. Secondo le previsioni dell’IMF di settembre, nonostante una generalizzata aspettativa di rialzo, anche per l’anno prossimo il rischio di un calo sotto i 100 dollari al barile è molto concreta: 51%. Per il terzo mese consecutivo, l’istituto ha rivisto al rialzo il rischio: a giugno le probabilità erano del 26%.

A pesare, oltre alla nota debolezza dei consumi in molti Paesi occidentali, c’è anche l’attesa di un rallentamento della crescita economica nei Paesi emergenti, che ridurrebbe a sua volta la nuova domanda di materie prime, tra cui l’energia.

In altre parole, cresce la percezione che i fondamentali del mercato petrolifero stiano cambiando, a prescindere dalle oscillazioni dovute alle crisi di breve periodo. La minor crescita della domanda starebbe infatti spingendo strutturalmente verso il basso le quotazioni del greggio, proprio mentre molti investimenti effettuati negli anni passati stanno arrivando sul mercato.

Il calo delle quotazioni potrebbe in particolare colpire due Paesi molto importanti per l’Italia: Russia e Algeria. Nel caso della Russia, la situazione è delicata: le esportazioni di gas e petrolio rappresentano il 74% delle esportazioni e il 18% del PIL. Inoltre, il bilancio pubblico per i prossimi anni si basa su un prezzo di riferimento di 100 dollari al barile, più basso che in passato ma in ogni caso elevato.

Il fondo di riserva e il fondo pensionistico sono però consistenti (180 miliardi di dollari), così come le riserve di valuta (468 miliardi a luglio), mentre il bilancio presenta ampi margini di manovra, sia sui tagli, sia sull’indebitamento. Inoltre, attualmente il deficit è dello 0,6% del PIL: nonostante le sanzioni, esiste per il governo anche la possibilità di raccogliere fondi, sia russi sia stranieri.

La situazione è decisamente più grave per l’Algeria: le esportazioni di gas e petrolio valgono il 98% del totale delle esportazioni e il 32% del PIL. Il dato più preoccupante è tuttavia quello del bilancio pubblico: la bozza per il 2015 prevede un deficit pari al 22% del PIL, in aumento di 16 punti percentuali. E questo con il petrolio previsto a 100 dollari al barile.

Nonostante il fondo di regolazione (70 miliardi) e le riserve di valuta  (200 miliardi, più o meno 100% del PIL), in caso di calo strutturale delle quotazioni i rischi di un rapido peggioramento della situazione sono molto concreti. A peggiorare il quadro concorre inoltre il fatto che la spesa pubblica sia usata per finanziare una serie di sussidi al consumo (cereali, petrolio, gas) vitali per il mantere il sostegno al governo.

Insomma, come sempre è meglio vigilare su tutti i fronti.

SLIDES – La sicurezza energetica italiana e i rischi geopolitici

SLIDES - La sicurezza energetica italiana e i rischi geopoliticiSono scaricabili qui le slides relative al mio intervento dal titolo «La sicurezza energetica italiana e i rischi geopolitici. Il caso del gas naturale», tenuto sabato 13 settembre 2014 durante il XXVIII Convegno della Società Italiana di Scienza Politica di Perugia, nella sezione dedicata a Intelligence, Globalizzazione e Interesse Nazionale: il caso italiano.

Risorse non convenzionali: la questione dell’acqua

WRI - Global Shale Gas Development: Water Availability & Business RisksProdurre idrocarburi non convenzionali richiede enormi quantità d’acqua. Buona parte delle riserve di non convenzionale sono situate in aree dove l’acqua in realtà scarseggia. Di conseguenza, buona parte delle riserve mondiali non convenzionali sarà molto difficile da sviluppare su vasta scala in tempi rapidi.

Questo, in estrema sintesi, il contenuto di uno studio molto interessante pubblicato dal World Resources Institute con il titolo Global Shale Gas Development: Water Availability & Business Risks, ripreso anche da SQ.

Ben strutturato e approfondito, lo studio analizza l’utilizzo dell’acqua nelle tecniche di sfruttamento delle riserve di idrocaburi in giacimenti non convenzionali. Inoltre, incrocia i dati sulla presenza di riserve non convenzionali coi dati relativi alla disponibilità d’acqua. In appendice, è anche presente un’analisi regione per regione dei Paesi con le riserve più consistenti di gas da argille.

Cattive notizie? Un po’ per tutti, ma per due Paesi in particolare: Algeria e Cina. L’Algeria è più o meno tutta arida e con una popolazione in crescita, con conseguenze facilmente intuibili. Nel caso della Cina, invece, le riserve o sono collocate in aree aride (ovest) o sono in aree densamente popolate con andamento idrico discontinuo.

Sia per l’Algeria sia per la Cina, insomma, le stime di produzione da non convenzionale potrebbero essere ottimistiche, almeno fintanto che non saranno sviluppate tecniche a minor consumo idrico. In altre parole, con certezza in nessuno dei due Paesi avremo un boom del non convenzionale, almeno nel breve-medio periodo.

Europa e approvvigionamenti di gas: scenario al 2025

ISPI/Prometeia - Europa e approvvigionamenti di gas: alcuni possibili scenari per il prossimo decennioÈ stato pubblicato l’approfondimento Europa e approvvigionamenti di gas: alcuni possibili scenari per il prossimo decennio, realizzato da ISPI e Prometeia come parte del Rapporto di previsione (luglio 2014) di Prometeia.

Il rapporto traccia uno scenario di riferimento al 2025, rispetto al quale sono poi ipotizzate alcune variazioni in funzione dell’inasprimento dei rapporti russo-ucraini o di un’inattesa evoluzione tecnologica.

Nello scenario di riferimento, la domanda di gas naturale dei Paesi Ue arriverà fino a 500 Gmc (+38), con produzione in calo a 135 Gmc (-21) e importazioni in aumento a 365 Gmc (+59).

I principali fornitori saranno la Russia (150 Gmc), la Norvegia (100), il Qatar (50, via GNL) e l’Algeria (30). Altre importazioni via tubo arriveranno a 18 Gmc, mentre quelle via metaniera a 17.


ISPI/Prometeia - Bilancio gas naturale Ue: scenario di riferimentoISPI/Prometeia - La mappa degli approvvigionamenti (bcm)


Slides – Fattori di rischio geopolitico per la sicurezza energetica nazionale

Fattori di rischio geopolitico per la sicurezza energetica nazionaleSono scaricabili qui le slides relative al mio intervento «Fattori di rischio geopolitico per la sicurezza energetica nazionale», tenuto mercoledì 2 luglio presso la Scuola militare “Nunziatella” di Napoli nelll’ambito della conferenza S«cuola Università, Ricerca, Alta  Formazione:insieme per affrontare le sfde della complessità e delle globalizzazione».