Continua la crisi russo-ucraina

mappa-ucrainaSe non fosse che delle persone stanno morendo negli scontri fra miliziani filo-russi e soldati pro-Kiev, la crisi russo-ucraina potrebbe essere facilmente paragonata a una telenovela o a una partita di poker dai continui colpi di scena.

Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, il tira e molla tra Mosca a Kiev si è riacutizzato in queste ore a seguito dell’abbattimento di un aereo militare da parte dei ribelli e della dichiarazione di Gazprom di pompare in Ucraina, d’ora in poi, solo il gas pagato in anticipo.

La tensione torna dunque a salire, a dimostrazione di come la crisi non sia affatto di facile soluzione e di come le pressioni e le iniziative di Bruxelles abbiano un potere limitato.

Come più volte ribadito in questo blog, la sicurezza energetica italiana non è al momento minimamente in pericolo, ma è possibile che alcuni Paesi dell’Est Europa debbano presto fronteggiare una scarsità di gas che potrebbe colpire nei prossimi mesi il comparto industriale e quello elettrico (in caso di scarsità, scatterebbe infatti il razionamento dell’offerta, che favorisce i consumatori domestici e penalizza le imprese e le centrali termoelettriche).

Difficile tuttavia pensare che in un modo o nell’altro un accordo non venga raggiunto per l’autunno. Troppi i soldi in palio, anche per Mosca. Certo, come in una partita a poker, resta da vedere chi spunterà il risultato migliore.

Ucraina: Gazprom accelera la resa dei conti

Gazprom - Gas price for Ukraine set at USD 485 per 1,000 cubic meters from AprilAlexei Miller ha annunciato un ulteriore aumento del prezzo del gas esportato in Ucraina. L’aumento è attribuiuto alla reintroduzione da parte del Governo russo dei dazi doganali precedentemente aboliti.

A partire da aprile, il nuovo prezzo del gas diretto in Ucraina sale così a 485 dollari ogni mille metri cubi. Il prezzo era già salito nei giorni scorsi da 268 a 385,5 dollari, in seguito alla decisione di non rinnovare lo sconto concesso a dicembre per il primo trimestre.

Nel frattempo, gli arretrati dei pagamenti di Naftogaz hanno superato i 2,2 miliardi di dollari. In teoria, la scadenza per il pagamento cade la mattina nella giornata di lunedì 7 aprile.

L’aumento dei prezzi annunciato da Gazprom è destinato a imprimere un’accelerazione alla situazione: Naftogaz non ha la liquidità per pagare e la situazione finanziaria dello Stato è in rapido deterioramento. I Paesi occidentali che hanno sostenuto il cambio di governo a Kiev sono adesso chiamati a farsi carico dei debiti ucraini, incluso quello per il gas.

L’aumento, tecnicamente in linea con quanto contenuto negli accordi russo-ucraini del 2009, serve a rendere ancora più precaria la posizione di Naftogaz, anche se i volumi importati in questi mesi saranno molto bassi a causa della stagionalità dei consumi.

 Se per ora anche senza gas russo l’Ucraina può contare sugli stoccaggi, prima dell’arrivo del prossimo inverno le importazioni dalla Russia dovranno riprendere a volumi sostenuti: occorrerà dunque trovare un accordo con Gazprom.

E per i russi 485 dollari è un livello particolarmente confortevole da cui partire per ri-negoziare i prezzi futuri.

 

Ucraina: finito lo sconto sul gas

BBC - Gazprom hikes Ukraine gas price by a thirdGazprom non ha rinnovato lo sconto sul prezzo del gas (Corriere, Stampa, Repubblica, Sole). Lo sconto era stato concesso da Putin a Yanukovich nell’accordo del 17 dicembre scorso e che modificava le condizioni concordate nel 2011 dall’allora primo ministro, Yulia Tymoshenko.

A partire da inizio aprile, i prezzi del gas pagati da Naftogaz sono così passati da 268 a 385,5 dollari ogni mille metri cubi. Si tratta di un aumento del 44%, più alto di quanto previsto da alcuni analisti, ma in linea coi prezzi europei.

Lo sconto faceva parte di un pacchetto di aiuti da parte della Russia, che comprendeva anche l’acquisto di debito pubblico ucraino per 15 miliardi di dollari, di cui 3 acquistati subito. Lo sconto, che doveva essere rinnovato ogni trimestre, aggiungeva un ulteriore un impatto positivo per la bilancia commerciale di Kiev stimabile in circa 3 miliardi di dollari all’anno.

Per stimare l’impatto reale nel primo trimestre 2014, guardiamo ai dati ufficiali: i consumi di gas ucraini sono di 13 Gmc per i gennaio e febbraio, mentre per quelli di marzo si possono stimare ulteriori 6 Gmc.

I consumi complessivi sono stati dunque di circa 19 Gmc. Considerando che le importazioni russe coprono il 60% del fabbisogno energetico, lo sconto di 100 dollari è valso un sussidio superiore a 1,3 miliardi di dollari a favore di Kiev.

I maggiori oneri per il secondo trimestre derivanti dal mancato sconto saranno tuttavia più bassi, a causa della stagionalità dei consumi. L’anno scorso, nel secondo trimestre l’Ucraina ha bruciato 7,7 Gmc: immaginando una contrazione del mercato del 10%, i maggiori costi saranno di circa 800 milioni di dollari.

Cifra che sarà solo in minima parte compensata dall’aumento del 10% le tariffe di transito (portate a 3 dollari ogni mille metri cubi), pari a pochi milioni di dollari a trimestre in più.

I problemi potrebbero tuttavia arrivare nei prossimi mesi. Senza un intervento esterno (IMF, presumibilmente), le passività finanziare di Naftogaz aumenteranno ancora, con un serio rischio di contenzioso con Gazprom.

Già oggi, i crediti dichiarati da Gazprom sono di 1,7 miliardi di dollari, senza tenere conto che l’azienda russa ha  condonato debiti per 5,5 miliardi di dollari come anticipo delle tasse di transito di tutto il 2014. E il controvalore annuo delle forniture russe all’Ucraina supera i 10 miliardi di dollari: ci sarà molto di cui discutere, anche senza carri armati.

Aggiornamento: segnalo che Gazprom ha indicato in 2 Gmc le esportazioni per il mese di Marzo, mentre mancano dati ufficiali su i primi due mesi. È dunque possibile che il valore del sussidio fornito da Gazprom a Naftogaz tramite gli sconti nel primo trimestre sia inferiore a 1,3 miliardi di dollari, pur restando indicativamente confermato l’ordine di grandezza.

La crisi ucraina e il transito di gas russo verso l’Europa

IISS - La crisi ucraina e il transito di gas russo verso l’EuropaIl gas naturale russo rappresenta un elemento essenziale del paniere energetico europeo e la rete ucraina è indispensabile per garantire la stabilità dei flussi di Gazprom diretti verso i clienti europei.

In un paper pubblicato dall’Istituto Italiano di Studi Stategici “Niccolò Machiavelli” ho cercato di ricostruire la situazione del settore gas in Ucraina, l’importanza del Paese per i flussi di esportazione e le possibili evoluzioni della situazione nei prossimi mesi.

Tra le conclusioni, la più rilevante è che i decisori politici ucraini abbiano un interesse ad accelerare i tempi di un’eventuale crisi per poterne scaricare in pieno gli effetti sui Paesi dell’Europa orientale e quindi favorire un maggiore impegno finanziario europeo e internazionale.

Una seconda conclusione particolarmente importante è che i rischi per la sicurezza energetica italiana sono limitati, giacché il sistema di approvigionamento nazionale è ben diversificato e la domanda finale è in questi anni particolarmente ridotta.

Il paper si intitola La crisi ucraina e il transito di gas russo verso l’Europa ed è scaricabile qui.

Aggiornamento: segnalo che nella tabella di pagina XI è presente un refuso: i nomi dei Paesi della colonna di sinistra sono sfalsati di una riga (i valori della prima riga sono relativi alla Bulgaria, della seconda alla Slovacchia, della terza all’Ungheria e della quarta all’Ucraina).

Accelerazione South Stream: a Saipem i contratti per la posa

Sole24Ore - Saipem si aggiudica appalto di 2 miliardi per il gasdotto South StreamSaipem si è aggiudicata il contratto per la posa della prima delle quattro linee offshore da 15 Gmc/a del gadotto South Stream, che collegherà la Russia alla Bulgaria, aggirando l’Ucraina.

Dopo il via libera alla firma giunto martedì scorso nel corso della riunione dei vertici del consorzio South Stream Transport (Gazprom, Eni, EDF e Basf), è arrivato ieri l’annuncio che la commessa è andata alla controllata di Eni.

Sulla commessa Saipem impiegherà due delle sue navi di punta, la Saipem 7000 (che ha già posato Blue Stream) e la Castoro Sei (che ha già posato Nord Stream). Si conferma così ancora una volta la forte collaborazione tra le imprese italiane e Gazprom.

Dopo questa ultima decisione, sembrano davvero pochi i dubbi rimasti intorno all’effettiva realizzazione del gasdotto, nonostante i suoi costi molto elevati. Secondo quanto dichiarato da Alexei Miller, il gas inizierà a scorrere alla fine del 2015. Resta da vedere quanto ostruzionismo farà la Commissione europea.

Dopo il precipitare degli eventi in Ucraina, la natura strategica del gasdotto ha fatto passare in secondo piano la questione della fattibilità finanziaria del progetto, che sarà garantita dai capitali russi. I fondamentali restano economici, ma anche la politica a volte ci mette del suo.