Dipendenza e sicurezza energetica in Italia

GME - Newsletter 58 - Marzo 2013Segnalo l’interessante contributo di Stefano Clô dal titolo «Dipendenza e sicurezza energetica in Italia», pubblicato su numero 58 della Newsletter del GME.

Si tratta di una sintetica ma efficace analisi dei due concetti, di un’analisi della dipendenza dalle importazioni dei principali Paesi europei e di un’introduzione alle modalità di valutazione della sicurezza utilizzate dalle istituzioni europee.

Una buona lettura, che mette in luce il buon grado di sicurezza degli approvvigionamenti italiani, dovuto alla diversificazione. Non concordo nel considerare i contratti di lungo periodo una garanzia particolarmente efficace della sicurezza energetica, soprattutto nell’attuale congiuntura.

Nel caso di alcuni fornitori, come l’Algeria e la Libia, a pesare negativamente è l’instabilità interna, a cui un contratto di lungo periodo non offre una risposta.

Anche nel caso di un fornitore stabile come la Russia, l’orientamento delle infrastrutture di esportazione verso l’Europa, la dipendenza dai proventi delle esportazioni e l’abbondanza e la diversificazione dell’offerta sui mercati europei rendono in ogni caso plausibile che i contratti di lungo periodo non offrano condizioni di particolare vantaggio per gli operatori importatori, tanto che in questa fasa stiamo assistendo a rinegoziazioni coi fornitori e continui tentativi di scaricare sui cittadini almeno parte dei costi dei contratti troppo onerosi.

Adeguatezza e sicurezza nel mercato interno dell’energia

Sono state pubblicate le presentazioni dei relatori che dieci giorni fa si sono incontrati a Fiesole alla Florence School of Regulation per parlare di sicurezza e adeguatezza della capacità nel mercato interno dell’energia elettrica.

Tra i partecipanti vi sono stati numerosi esponenti delle autorità di settore e della Commissione europea. Un’ottica dunque non solo accademica; anzi, a prevalere sono state considerazioni emerse nella gestione pratica dei sistemi elettrici europei e non.

Per chi volesse avere un idea più dettagliata dei temi discussi e dei riferimenti fatti è possibile scaricare le presentazioni direttamente dal sito della scuola.

Chissà se anche qualche membro dell’attuale competizione elettorale si soffermerà qualche minuto su questi argomenti nelle prossime due settimane…

La sicurezza energetica nel mercato unico dell’elettricità

La crescente penetrazione delle fonti rinnovabili nel mix elettrico pone una serie di sfide al sistema elettrico, in primo luogo quella dell’affidabilità. Infatti, in assenza di vento o di cielo coperto gli impianti eolici e quelli fotovoltaici non possono funzionare e questo obbliga il sistema a trovare altrove l’offerta necessaria a coprire la domanda. Molte sono le possibilità: maggiori interconnessioni con l’estero, meccanismi di accumulo dell’energia elettrica, capacità di generazione di riserva, etc. La scelta fra queste soluzioni alternative non è semplice, perchè richiede complesse valutazioni tecnico-economiche e perchè inevitabilemtne avvantaggia gli interessi di qualcuno a scapito di quelli di qualcun altro (vedi contrapposizione Terna- Assoelettrica).

In attesa che lo sviluppo tecnologico ci renda disponibili batterie assai più efficienti e meno costose di quelle attuali, la scelta in Italia e in Europa sembra essere quella di garantire la presenza di un’adeguata capacità di riserva, costituita essenzialmente da centrali a turbo-gas. Questa soluzione non è però esente da problemi: dovendo entrare in funzione solo per poche ore all’anno, questa capacità di riserva non può essere adeguatamente remunerata dalla vendita dell’elettricità alla borsa elettrica.

Una soluzione possibile è quella del pagamento della capacità, di cui nei mesi scorsi si è parlato anche in Italia, ma che non è ben vista dalla Commissione europea, la quale teme possa preservare l’attuale frammentazione dei mercati elettrici europei e mascherare indebiti aiuti di stato. In sostanza, per la Commissione introdurre diffusamente meccanismi che remunerano la capacità rischia di minare l’obiettivo che l’Unione Europea si è data di realizzare il mercato unico dell’energia per il 2014.

Per cercare di sondare le opinioni e le varie posizioni la DG Energia ha lanciato una consultazione pubblica, che si concluderà a breve. Nell’attesa che i risultati siano diffusi, per chi ne vuol sapere di più, consiglio di partecipare al workshop che la Florence School of Regulation ha organizzato per il prossimo venerdì 1 febbraio e che vede la partecipazione di importanti rappresentanti delle autorità di regolazione e dell’accademia.

Politica estera e sicurezza energetica

Politica estera e sicurezza energetica - Matteo VerdaL’intreccio con  la politica estera è uno dei temi più affascinanti delle politiche energetiche. A ben vedere, il concetto stesso di sicurezza energetica nasce quando il ricorso alle importazioni diventa una necessità per garantire il fabbisogno energetico delle grandi economie industrializzate.

Il volume tenta di approcciare la questione dalla base, ossia dalle definizioni. La prima parte del lavoro è dedicata alle questioni definitorie, prima del concetto di sicurezza, poi di quello di sicurezza enegetica, riprendendo e ampliando quanto fatto in Una politica a tutto gas. La seconda parte del lavoro affronta empiricamente il rapporto tra Paesi europei e Russia, dal periodo sovietico fino all’attualità, concentrandonsi in particolare sul gas naturale e sullo sviluppo dei grandi metanodotti internazionali. Il tentativo è quello di ricostruire l’intreccio tra gli interessi economici e quelli politici che hanno influenzato le scelte dei decisori politici, russi ed europei.

Lettura consigliata in prima battuata per chi è interessato a un’introduzione teorica alla sicurezza energetica. La parte empirica (più ampia e sviluppata, non temete) è consigliata anche per chi voglia farsi un’idea di come sia evoluto il rapporto i Paesi europei e la Russia, all’insegna della stabilità e della cooperazione. Uno scenario destinato a proseguire anche nel futuro, con buona pace di chi ciclicamente grida alla minaccia russa.


Matteo Verda
Politica estera e sicurezza energetica. L’esperienza europea, il gas naturale e il ruolo della Russia
Edizioni Epoké, 2012, 150 pp.
ISBN/EAN: 978-88-98014-00-2 (edizione Kindle) / 978-88-98014-01-9 (cartaceo)
Scheda dell’editore
Scheda su Amazon.it
Servizio Bibliotecario Nazionale

Le sfide alla sicurezza energetica secondo Frattini

La crescente globalizzazione del mercato del petrolio ha prodotto un aumento della ricerca di nuovi giacimenti e dello sfruttamento di quelli esistenti evidenziando, quindi, la necessità di una sicurezza in campo energetico. Molti dei nuovi giacimenti petroliferi si trovano distribuiti in tutto il mondo, ma la maggior parte della produzione continuerà ad essere accentrata in Medio Oriente, il cui contributo complessivo al rifornimento energetico globale si stima in crescita per i prossimi venti anni.

Attualmente circa il 70% dei giacimenti petroliferi noti si trova sul suolo mediorientale. Con la ricerca di nuovi giacimenti si stima che questa percentuale sia destinata a salire, facendo aumentare, al contempo, la fornitura petrolifera complessiva del Medio Oriente al mercato mondiale. Circa il 30% degli 82,1 milioni di barili di greggio prodotti giornalmente nell’intero globo sono di provenienza mediorientale.

La regione del Golfo, in particolare, è il più importante canale di transito petrolifero al mondo, con un passaggio di circa 15,5 milioni di barili al giorno: circa un terzo di tutto il greggio estratto da piattaforme petrolifere. Questa regione, inoltre, esporta circa il 18% della produzione mondiale di gas naturale liquefatto (GPL), con il Qatar leader mondiale nelle esportazioni di GPL. Si calcola che, entro la fine del 2012, il Qatar avrà prodotto 77 milioni di tonnellate di GPL. Circa tre quarti del petrolio prodotto in questa regione è distribuito in Giappone, India, Corea del Sud e Cina. Il restante della produzione è destinato ad Europa e Nord America creando un comune interesse alla sicurezza delle vie di distribuzione, condiviso da produttori e consumatori.

I territori russi e mediorientali insieme continueranno a ospitare circa i tre quarti delle riserve di gas mondiali. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Mar Caspio, del Nord Africa e dell’America Latina, pur diversificando la produzione energetica, non riuscirà a ridurre, nei prossimi venti anni, l’importanza a livello mondiale dell’area del Golfo. Molti analisti prevedono che, nel periodo successivo ai prossimi venti anni, si assisterà ad un netto aumento della richiesta energetica di Cina e India che potrebbe esser soddisfatta da importazioni dall’area del Golfo e, in misura inferiore, dalla Russia e dal Caspio.

L’accessibilità al greggio, in quantità adeguate e a prezzi ragionevoli, è destinata a rimanere la chiave di volta degli equilibri sulla sicurezza energetica dei prossimi decenni, ma sarà anche accompagnata da una crescente attenzione alle forniture e al trasporto del gas naturale. Si pensi, ad esempio, al gasdotto che attraversando Tunisia e Sicilia permette al gas algerino e libico di raggiungere il resto d’Europa. Il consumo di gas, infatti, è in rapido aumento nell’Europa occidentale e in Asia. Non è perciò una sorpresa che, in queste nazioni, il gas si collochi in una posizione di primo piano riguardo alle questioni connesse alla sicurezza energetica.

Per quanto riguarda il commercio del gas naturale è necessario prendere in debita considerazione che, poiché il gas naturale liquefatto (GNL) viene raffreddato per il trasporto ad una temperatura di meno 162°C, questo deve essere contenuto in imbarcazioni appositamente progettate e dotate di tecnologie avanzate. La sicurezza dei gas terminal e delle rotte di navigazione diventano fattori cruciali sia per i produttori sia per i consumatori. Poiché la metà di tutto il greggio mondiale e la maggior parte del GPL sono trasportati via mare, anche un breve blocco delle forniture di gas e petrolio potrebbe causare un aumento consistente dei prezzi che, potenzialmente, sarebbe in grado di mettere a rischio la crescita economica globale.

Le rotte di trasporto di petrolio e gas nell’area Mediorientale e dal Maghreb verso il Mar Caspio diverranno fattori rilevanti a livello strategico. La sicurezza energetica assumerà sempre più un’importanza cruciale per la sicurezza dei trasporti e del transito attraverso le nazioni, lo stesso dicasi per la sicurezza e la stabilità dei paesi produttori. Per tanto, una delle nuove priorità sulla sicurezza della comunità transatlantica dovrà essere l’impegno a garantire il libero transito e la sicurezza dei rifornimenti energetici fondamentali contro possibili attacchi ed interruzioni.

.

Stralcio dedicato alla sicurezza energetica dell’intervento di Franco Frattini al 29° Workshop Internazionale sulla Sicurezza Globale (Roma, 16 luglio 2012).

Energy Infrastructure Attack Database (EIAD)

Canvassing the Targeting of Energy Infrastructure: The Energy Infrastructure Attack Database L’autunno prossimo sarà lanciata una banca dati degli attacchi a infrastrutture energetiche (Energy Infrastructure Attack Database – EIAD), come annuciato da Jennifer Giroux e Peter Burgherr in un articolo apparso sul Journal of Energy Security.

Si tratta di un’iniziativa di due istituzioni elevetiche – il Federal Institute of Technology (ETH) e il Paul Scherrer Institute – che raccoglie tutti i dati disponibili relativi ad attacchi a infrastrutture energetiche a livello mondiale, allo scopo di individuare regolarità ed elaborare modelli predittivi (oltre a mettere a pubblicamente a disposizione i dati per altre ricerche).

Un’iniziativa particolamente interessante, soprattutto per gli addetti ai lavori, che può essere seguita prima del lancio sul blog dedicato al progetto.