Passo avanti del Nabucco

oint declaration of Nabucco Shareholders, NIC, Potencial Investors and Shah Deniz Consortium dated 10 January 2013I soci del consorzio di Shah Deniz (BP, Statoil, Socar, Total, Lukoil, Nico, Tpao) hanno raggiunto un accordo con il consorzio Nabucco, in base al quale co-finanzieranno i costi di sviluppo del gasdotto fino alla decisione finale sul tracciato, attesa nel corso del 2013. In cambio, i membri di Shah Deniz hanno acquisito un’opzione per rilevare il 50% delle quote del Nabucco, in proporzione alla quota nel consorzio di produzione.

Si tratta di un accordo che non copre la realizzazione vera e propria del gasdotto e lascia aperta la decisione finale. Un accordo analogo era stato in infatti firmato ad agosto 2012 con il consorzio Tap.

Un elemento di possibile criticità dell’accordo di ieri è che, in caso di realizzazione del Nabucco e di esercizio dell’opzione, il 5% del Nabucco passerà agli iraniani di Nico, che possiede il 10% di Shah Deniz. Nico (Naftiran Intertrade Company), creata nell’isola di Jersey ma che da un decennio ha trasferito le proprie attività in Svizzera, è una società controllata dalla National Iranian Oil Company, a sua volta di proprietà del Ministero del petrolio della Repubblica Islamica.

Se il sistema di controllate e sussidiare permette di rendere l’operazione legale, restano forti dubbi sull’opportunità politica dell’operazione, in un momento in cui agli operatori petroliferi sono imposti costi e limiti operativi a causa delle sanzioni europee all’Iran.

Nabucco/TAP, campanello d’allarme

Shah Deniz, composizione percentuale del consorzio (2012)Secondo quanto riportato da AzerNews e Reuters, i membri del consorzio di Shah Deniz si sarebbero prossimi a rilevare il 50% del Nabucco West.

A dichiararlo è stato Mikhail Andonov, ad della bulgara BEH, uno dei soci di Nabucco, che ha anche aggiunto che l’accordo potrebbe già chiudersi nella riunione degli azionisti di Nabucco del 10 gennaio prossimo.

Se confermata, l’operazione rappresenterebbe di fatto una scelta definitiva per il percorso di importazione del gas azerbaigiano, che arriverebbe in Austria anziché in Italia, affossando il TAP e danneggiando la nostra sicurezza energetica.

La competizione tra gasdotti è sia economica, sia politica. Sul primo aspetto c’è poco da fare, ma sul secondo scontiamo anni di scelte sbagliate (appoggiare un progetto perdente come l’ITGI) e azione internazionale del governo debole e frammentata (tanto per cambiare).

Visto che la scelta è ancora da fare – molte dichiarazioni sono pura tattica -speriamo che Passera e Terzi si diano da fare anche durante le vacanze.

South Stream: cancellato il ramo verso l’Italia

South StreamIl progetto South Stream va avanti, ma perde i pezzi. Leonid Chugunov, il manager di Gazprom a capo del progetto, ha annunciato oggi che il ramo meridionale del progetto, che avrebbe dovuto raggiungere l’Italia meridionale passando per Bulgaria e Grecia, è stato cancellato (Agi, La Stampa, Sole24Ore).

Spiengandone le ragioni, Chunugov ha fatto riferimento al fatto che l’Italia meridionale abbia “altri progetti”, un chiaro riferimento all’ipotesi che il TAP abbia la meglio nella competizione per l’importazione di gas azerbaigiano.

Gazprom ha anche annunciato che il 7 dicembre saranno ufficialmente avviati i lavori per la costruzione della tratta sottomarina del South Stream, con una portata annua di circa 60 Gmc. Il costo di questa prima sezione dovrebbe essere di almeno 10 miliardi di euro, mentre il collegamento terrestre tra le coste bulgare e l’Austria dovrebbe costare 6 miliardi di euro, per un totale di 16 miliardi di euro, senza considerare la parte sul territorio russo.

Nonostante l’annuncio, restano forti dubbi soprattutto sul fatto che l’infrastruttura possa diventare operativa nel corso del decennio, anche a fronte delle deboli prospettive di recupero della domanda europea di gas naturale.

 

South Stream, avanti tutta!

South StreamGli accordi per il South Stream si moltiplicano, gli ultimi in ordine di tempo con la Serbia (29/10) e con l’Ungheria (31/10). Il pressing russo punta ad avviare le attività alle fine del 2012, per essere nel giro di qualche anno operativo, sancendo la definitiva marginalizzazione ucraina.

Sono sempre stato scettico sui tempi dichiarati del South Stream, se non in assoluto sulla sua fattibilità. E continuerò a non crederci davvero finché le condotte non saranno sul fondo del Mar Nero. Però viva viva il South Stream.

Il perché? I nemici dei miei nemici sono miei amici. Con South Stream fatto – o presunto tale – Nabucco sarebbe finalmente, definitivamente morto. E il gas azerbaigiano potrebbe comodamente prendere la via dell’Italia, attraverso il TAP, contribuendo a diversificare il nostro approvvigionamento (e magari forse anche ad aumentare la concorrenzialità del nostro mercato).

Bluff o non bluff, non ci resta che tifare South Stream. Magari rumorosamente.

 

TAP e Enel, continua l’avvicinamento

Enel keen on taking stake in TAP pipelineLe voci di una possibile intesa per un ingresso di Enel nel capitale di TAP si fanno sempre più insistenti. Secondo quanto riportato da Reuters, l’ad di Enel Fulvio Conti ha confermato l’interesse per l’acquisizione di una quota nel consorzio del gasdotto che trasporterebbe 8 gmc di gas azerbaigiano in Italia.

Conti ha detto che non si è giunti ad un accordo e non ha specificato l’entità della quota che Enel potrebbe acquisire, anche se l’ipotesi è di una quota tra il 10 e il 20%.

Le voci di un coinvolgimento di Enel si susseguono con particolare intensità da quanto il TAP è stato preferito all’ITGI targato Edison per l’ipotesi di corridoio meridionale di esportazione del gas azerbaigiano. Resta invece in pista il Nabucco, che devierebbe il gas verso l’Europa centrale.

Passo avanti per il TAP

Trans Adriatic Pipeline (TAP)Secondo quanto riportato dal Sole24Ore, ieri il Ministro degli esteri Giulio Terzi ha siglato con gli omologhi albanese e greco un accordo interministeriale che sancisce l’impegno dei tre esecutivi a favore del TAP, come parte finale del gasdotto che porterà il gas di Shah Deniz 2 (Azerbaigian) in UE.

Nel frattempo si intensificano i contatti tra Enel e gli azionisti del consorzio TAP (Statoil e EGL) per valutare l’opzione di un ingresso del gruppo italiano. Il coinvolgimento di Enel farebbe aumentare le possibilità di TAP di vincere la concorrenza di Nabucco West, appoggiato (contro l’Italia) anche dalla Commissione europea. Restano tuttavia forti dubbi sulle prospettive della domanda di gas sul mercato italiano e sulla sostenibilità economica di operazioni di ri-esportazione verso altri mercati europei..

Aggiornamento: il comunicato ufficiale di TAP.