Ancora sulla SEN

Come è già stato detto su questo blog, la politica energetica non sembra essere un tema particolarmente attraente in questa campagna elettorale.

Tuttavia, per chi fosse interessato ad un commento sul documento di consultazione pubblicato dal Ministero per lo Sviluppo mi permetto di suggerire un breve testo, che ho recentemente pubblicato su Energheia magazine, una rivista on-line che si occupa di rinnovabili, efficienza energetica ed edilizia.

Politica energetica: interessa a qualcuno?

Mancano pochi giorni alle elezioni che sceglieranno i nostri rappresentati per il Parlamento. Nelle settimana scorse i temi della campagna elettorale hanno infiammato il dibattito pubblico e occupato ampio spazio su radio e televisioni. Si è parlato molto della credibilità dei candidati, di tangenti e, sopprattutto, di fiscalità. Poco o nulla, però, si è detto riguardo al tema della politica energetica e delle politiche industriali più in generale.

E se anche qualcuno ne ha parlato, quasi nulla è trapelato nei discorsi riportati dai media. Vi viene in mente che cosa promettono il PD o il PdL in materia?

Questa latitanza della politica, ancora più evidente dopo il vivace dibattito emerso in autunno intorno al documento di consultazione sulla SEN, non è passata inosservata e diverse associazioni culturali e di categoria hanno manifestato la loro delusione.

Tra coloro che chiedono un segnale forte alla politica vi è il Comitato “Nucleare e Ragione”, che domanda la convocazione immediata di una Conferenza Nazionale sull’Energia. Secondo i membri del comitato e di coloro che hanno aderito all’iniziativa, la Conferenza dovrebbe riunire esponenti delle istituzioni, degli enti locali, del mondo accademico e delle imprese per definire in modo autorevole, competente e trasparente quali sono le scelte migliori per l’Italia in ambito energetico.

Una volta conclusasi, gli atti della Conferenza dovrebbero essere diffusi presso il pubblico e dovrebbero costituire la base per una Costituzione Energetica e una Piano Nazionale Energetico, che il prossimo Governo sarebbe tenuto ad adottare.

Si tratta di un’iniziativa lodovole, soprattutto per il documento annesso, che raccoglie in 50 pagine le principali informazioni necessarie ad informare un dibattito consapevole.

Dalla sua lettura traspare, ancora una volta, la sfiducia verso una politica che non riesce a scegliere a causa di logiche e tempistiche che impediscono di guardare ai problemi in modo oggettivo e lungimirante.

Speriamo che a furia di ripeterlo qualcuno dei nostri governanti lo capisca.

Il mondo dell’energia nel 2030 secondo BP

Oltre ad essere una delle più grandi compagnie petrolifere al mondo, la British Petroleum (BP) è nota perchè pubblica da decenni un’affidabile BP Statistical Review 2012sul mondo dell’energia.

Tuttavia, dal 2011 BP produce anche un Energy Outlook 2030, in cui cerca di evidenziare quali sono le tendenze in atto e le forze che sottostano ai cambiamenti nel settore energetico, con lo scopo di mostrare come sarà la situazione tra 20 anni.

Il quadro tracciato è piuttosto ricco di dettagli. In primo luogo la domanda di energia crescerà di circa il 40%, soprattutto a seguito dell’espansione demografica ed economica dei paesi emergenti. L’aumento della domanda sarà fortunatamente limitato dai notevoli guadagni in efficienza energetica, che sono attesi concretizzarsi in tutti i settori e in tutte le aree del globo, consentendo così all’offerta di tenere il passo con la domanda.

Non ci sarà il temuto peak oil, sopratutto a seguito dell’esplosione dell’estrazione di gas e petrolio da scisti, che sta avendo e avrà luogo principalmente in Nord America (altrove le condizioni legali, sociali ed economiche non saranno altrettanto favorevoli). Cambieranno però i flussi energetici: il Nord America diventerà sostanzialmente indipendente, mentre l’Asia orientale e meridionale assorbirà quote crescenti di energia dal resto del mondo. Significative potranno essere le conseguenze geopolitiche di questo sviluppo.

Le rinnovabili (soprattutto nei paesi OCSE), il nucleare e l’idroelettrico (soprattutto nelle economie emergenti) accresceranno il loro peso nel mix energetico, che però rimarrà ancora largamente incentrato sui combustibili fossili (con quote sempre più simili per petrolio, carbone e gas).

Il petrolio dunque non si esaurirà, ma le emissioni clima-alteranti cresceranno di non poco (+26%), ponendo rischi che devono essere attentamente valutati.

Infine, il vettore energetico preferito sarà sempre più l’energia elettrica.

Un caveat è tuttavia d’obbligo. Come per tutte le previsioni a lungo termine, anche queste elaborazioni della BP si basano su ipotesi semplificatrici e su assunzioni che eventi del tutto inattesi potrebbero stravolgere e non di poco. In questo senso è un peccato che la pubblicazione non indichi gli intervalli di confidenza per le previsioni e non spighi che accorgimenti e che prove di robustezza siano eventualmente state adottate.

Adeguatezza e sicurezza nel mercato interno dell’energia

Sono state pubblicate le presentazioni dei relatori che dieci giorni fa si sono incontrati a Fiesole alla Florence School of Regulation per parlare di sicurezza e adeguatezza della capacità nel mercato interno dell’energia elettrica.

Tra i partecipanti vi sono stati numerosi esponenti delle autorità di settore e della Commissione europea. Un’ottica dunque non solo accademica; anzi, a prevalere sono state considerazioni emerse nella gestione pratica dei sistemi elettrici europei e non.

Per chi volesse avere un idea più dettagliata dei temi discussi e dei riferimenti fatti è possibile scaricare le presentazioni direttamente dal sito della scuola.

Chissà se anche qualche membro dell’attuale competizione elettorale si soffermerà qualche minuto su questi argomenti nelle prossime due settimane…

Le conseguenze radiologiche dell’incidente di Fukushima

La sicurezza energetica viene intesa normalmente come la disponibilità di energia a prezzi abbordabili. Tuttavia, con sicurezza si traduce in italiano anche il concetto inglese di safety.

Negli ultimi anni eventi disastrosi come l’incendio della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico o l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima in Giappone hanno sottolineato l’importanza di questo aspetto e la gravità, in termini umani e ambientali, degli incidenti che possono accadere nell’industria energetica.

Proprio dell’incidente nucleare accaduto in Giappone nel marzo del 2011 si parlerà lunedì prossimo ad una conferenza presso lo IUSS di Pavia. Ad intervenire sarà il prof. Pier Roberto Danesi, ex-direttore dei Laboratori sulle Applicazioni Nucleari della IAEA, il quale proverà ad analizzare scientificamente le conseguenze radioattive del disastro, senza tuttavia cadere troppo nel tecnicismo.

I mercati dell’energia nell’Europa centro-orientale

Segnalo una pregievole iniziativa che si terrà tra il 10 e il 15 marzo a Eger, non lontano da Budapest, organizzata dal Rajk Laszlo College della Corvinus Universtiy. L’evento, chiamato un pò enfaticamente Central European Conference 2013, raccoglie brevi cicli di lezioni rivolti a studenti universitari e giovani ricercatori che vogliano approfondire e dibattere alcuni temi dell’integrazione e delle politiche europee.

Uno dei percorsi più interessanti tra quelli proposti è sicuramente quello sui mercati dell’energia nell’Europa centro-orientale, mercati che spesso devono subire le decisioni e gli sviluppi di quanto accade nei Paesi ben più grandi che si trovano tanto a Est (Russia), quanto a Ovest (Germania e Italia).

Ad intervenire non saranno solo accademici, ma soprattutto professionisti del settore, provenienti in particolare dall’azienda ungherese MOL e dalla tedesca E.on.

Per gli interessati l’iscrizione gratuita va fatta prima del 15 febbraio.