INFOGRAFICA – Consumi energetici delle principali economie

INFOGRAFICA - Consumi energetici: mondoInfografica mondo – alta risoluzione INFOGRAFICA - Consumi energetici: ItaliaInfografica Italia – alta risoluzione
INFOGRAFICA - Consumi energetici: GermaniaInfografica Germania – alta risoluzione
INFOGRAFICA - Consumi energetici: FranciaInfografica Francia – alta risoluzione
INFOGRAFICA - Consumi energetici: Regno Unito

Infografica Regno Unito – alta risoluzione

INFOGRAFICA - Consumi energetici: Stati Uniti

Infografica Stati Uniti – alta risoluzione

INFOGRAFICA - Consumi energetici: Cina

Infografica Cina – alta risoluzione

INFOGRAFICA - Consumi energetici: IndiaInfografica India – alta risoluzione
INFOGRAFICA - Consumi energetici: RussiaInfografica Russia – alta risoluzione

INFOGRAFICA - Consumi energetici: Giappone

Infografica Giappone – alta risoluzione

INFOGRAFICA - Consumi energetici: Brasile

Infografica Brasile – alta risoluzione

INFOGRAFICA - Consumi energetici: Sud Africa

Infografica Sud Africa – alta risoluzione

Il ritorno del nucleare giapponese

FT - Japan poised to revive nuclear powerA tre anni dall’incidente della centrale di Fukushima, il governo giapponese sembra intenzionato a riavviare le centrali nucleari del Paese. L’Autorità per la regolazione del nucleare ha infatti certificato per la prima volta la conformità di un impianto alle nuove e più stringenti normative di sicurezza.

Si tratta della centrale di Sendai, sull’isola di Kyushu, che potrà essere riattivata già quest’autunno. L’ispezione che ha portato alla certificazione è stata lunga e complessa perché destinata a rappresentare il modello su cui condurre le ispezioni successive agli altri impianti. Le prossime certificazioni potrebbero dunque arrivare in tempi molto più stretti.

Il governo in carica, conservatore, è molto favorevole a un ritorno consistente al nucleare, che nel 2010 – prima dell’incidente – forniva il 25% dell’energia elettica prodotta nel Paese e il 13% dei consumi di energia primaria. Nel 2013,  l’elettricità prodotta era poco più dell’1% del totale e l’incidenza sui consumi totali inferiore all’1%.

La mancata produzione nucleare è stata rimpiazzata con generazione da fonti fossili importate: petrolio, carbone e soprattutto gas naturale, il cui consumo è aumentato rispettivamente del 4 e del 24% tra il 2010 e il 2013. L’effetto è chiaro guardando ai consumi di energia primaria:

Giappone: consumi di energia primariaNonostante l’opposizione di una parte della popolazione, il governo sembra determinato a proseguire con la propria linea di politica energetica. A pesare sono in primo luogo considerazioni di bilancia commerciale: il controvalore delle importazioni di GNL è passato da 40 miliardi di dollari nel 2010 a 75 miliardi nel 2012 e 72 miliardi nel 2013.

A queste considerazioni se ne aggiungono poi altre di sicurezza: il Giappone è arrivato nel 2013 a un livello di dipendenza dalle importazioni energetiche del 93%. Un valore molto alto in assoluto, ma che è ancora più preoccupante in un contesto dalle incerte prospettive di sicurezza come quello dell’Asia orientale. È dunque probabile che il governo andrà avanti con un parziale ritorno al nucleare, con buona pace dell’opposizione.

Le conseguenze radiologiche dell’incidente di Fukushima

La sicurezza energetica viene intesa normalmente come la disponibilità di energia a prezzi abbordabili. Tuttavia, con sicurezza si traduce in italiano anche il concetto inglese di safety.

Negli ultimi anni eventi disastrosi come l’incendio della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico o l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima in Giappone hanno sottolineato l’importanza di questo aspetto e la gravità, in termini umani e ambientali, degli incidenti che possono accadere nell’industria energetica.

Proprio dell’incidente nucleare accaduto in Giappone nel marzo del 2011 si parlerà lunedì prossimo ad una conferenza presso lo IUSS di Pavia. Ad intervenire sarà il prof. Pier Roberto Danesi, ex-direttore dei Laboratori sulle Applicazioni Nucleari della IAEA, il quale proverà ad analizzare scientificamente le conseguenze radioattive del disastro, senza tuttavia cadere troppo nel tecnicismo.