Benzina troppo cara: colpa delle tasse, ma c’è poco da fare

Benzina troppo cara: colpa del petrolio (e anche un po’ del governo)Interessante analisi di Stefano Casertano su Linkiesta, che spiega (amari) numeri alla mano quanto lo Stato si mette in tasca alla pompa: il 60%, davvero troppo.

Premesso che tassare selvaggiamente la benzina potrebbe – sottolineo, potrebbe – essere uno strumento di una politica economica volta alla riduzione della dipendenza dalle importazioni  di greggio e di derivati, via aumento di efficienza (veicoli che consumano meno) e via sostituzione tecnologica (veicoli che consumano altro, come quelli elettrici). Ma pensarlo vorrebbe dire credere che ci sia una strategia – i più audaci potrebbero chiamarne un pezzo “politica industriale” – e francamente credo sia azzardato.

Resta l’altra questione, più spinosa e dal sapore più italico: perché se non si tassa la benzina, occorre tassare qualcos’altro o ridurre la spesa pubblica. Eresie allo stato puro, con le amministrative alle porte, le nazionali all’orizzonte e poco coraggio nella classe politica. In altre parole, teniamoci la benzina a 1,8 €, sperando che non vada a 2.

Sulla separazione Eni/Snam RG

Snam Rete GasSenza dubbio il tema di questi mesi è la separazione per decreto di Snam Rete Gas da Eni e la grande domanda resta aperta: chi prenderà la rete? Tanti i retroscena, ricostruiti tra gli altri da Massimo Mucchetti sul Corriere, con Cassa Depositi e Prestiti, Terna, ma anche – si mormora – Gazprom interessata, tra gli altri. Probabilmente la spunterà la prima, ma è ancora tutto da vedere.

Un punto sicuramente interessante per il grande pubblico è se ci saranno effetti in bolletta. Fulvio Conti (Enel) nega categoricamente. Personalmente, credo che una rete autonoma da qualunque operatore della filiera potrebbe favorire investimenti in nuova capacità di importazione, con benefici nel medio periodo. Sul punto è possibilista anche Paola Pilati, sull’Espresso.

Scorporata Snam, si apre un’altra spinosa questione, come ricorda Carlo Stagnaro: senza rete del gas, ha senso che una multinazionale come le altre resti di proprietà (almeno in parte) pubblica?

I prezzi dell’energia

Prezzi dell'energia per gli utenti domestici in UE  (Enerdata)Secondo il nuovo report Enerdata, l’aumento del costo dell’energia per gli utenti finali non è un problema solo italiano.

Dal 2000, il costo del gas e dei derivati del petrolio per le famiglie europee è aumentato in media del 40%, quello dell’elettricità del 20% e quello del carbone del 50%. La “buona notizia” è che si tratta solo di una frazione del parallelo aumento delle materie prime sui mercati internazionali: il prezzo del gas è infatti raddoppiato, quello petrolio quadruplicato e quello del carbone triplicato. Insomma, poteva andare peggio.

Che cos’è la sicurezza energetica?

[…] In Europa la sicurezza energetica è generalmente – e unilateralmente – definita come la disponibilità di energia a prezzi ragionevoli. Questa definizione si compone di due aspetti ben distinti, anche se interdipendenti. Il primo è quello dell’affidabilità (reliability) del flusso di materie prime, che dipende dall’accessibilità dei giacimenti e dal funzionamento delle infrastrutture di trasporto. Il secondo aspetto, decisamente più sfumato, è quello della ragionevolezza economica (affordability), cioè la garanzia che i prezzi non varino eccessivamente o in modo imprevedibile, mandando in crisi le economie coinvolte. […]

(Che cos’è la sicurezza energetica? – AgiEnergia.it)