EIA – Previsioni sul prezzo del greggio

L’Energy Information Administration statunitense ha pubblicato le previsioni relative ai prezzi spot del greggio per quest’anno e il prossimo: in media, il Brent avrà una quotazione di 65 dollari al barile nel 2020 e 68 nel 2021.

EIA – Previsioni sul prezzo del greggio 2020-2021

Cifre analoghe a quelle emerse dal consueto sondaggio tra gli esperti condotto da John Kemp di Reuters: le aspettative sono di una quotazione media del Brent tra i 65 e i 70 dollari al barile tra il 2020 e il 2024, con una lieve tendenza all’aumento.

In linea anche le previsioni della World Bank, che a ottobre prevedeva prezzi medi del greggio (media tra Brent, WTI e Dubai Fateh, nel complesso un valore più basso quindi del solo Brent) crescere da una media di 58 dollari al barile nel 2020 a 62,5 nel 2024.

Un consenso generalizzato che si basa sull’aspettativa di alcune condizioni probabili ma non scontate: tra le altre, gli analisti indicano l’assenza di una recessione globale, la prosecuzione dei tagli della produzione da parte dell’OPEC, l’aumento della domanda collegato all’entrata in vigore di standard più stringenti sulle emissioni marittime (IMO2020). Senza considerare gli effetti di crisi e fenomeni che, come sempre, accadranno in modo imprevedibile (o imprevisto). Insomma, previsioni utili, ma come sempre da tenere in considerazione con la dovuta cautela.

Il crollo del prezzo del greggio: nulla di nuovo sotto il cielo

ISPI - Energia e geopoliticaSegnalo ai lettori un mio breve contributo apparso su Q Cod Mag, in cui commento l’attuale crollo dei prezzi del petrolio greggio.

Quello che mi preme sottolineare è che l’attuale fase di volatilità e di forte ribasso dei prezzi del greggio non è un fenomeno nuovo o “strano” nell’industria petrolifera, ma rappresenta un pattern ricorrente.

Il settore degli idrocarburi si caratterizza infatti per uno sviluppo ciclico, in cui una fase di elevati prezzi attira investimenti e stimola la messa in esercizio di nuovi giacimenti, che portano ad una accelerazione dell’offerta. Questa, sopravanzando la domanda, porta a una situazione di eccesso che deprime i prezzi.

A sua volta, la fase di quotazioni basse è preludio per un futuro rialzo, in quanto disincentiva la ricerca e sviluppo di nuovi giacimenti.

Insomma, come diceva mago Merlino, per ogni su c’è sempre un giù e per ogni giù c’è sempre un su.