Tap: tutti d’accordo, ma chi ci guadagna?

L'Espresso - Tap: tutti d'accordo, ma chi ci guadagna?Segnalo un articolo dal titolo Tap: tutti d’accordo, ma chi ci guadagna?, pubblicato da Stefano Vergine sull’Espresso. Il pezzo ricostruisce la questione in modo chiaro e solleva alcuni giusti interrogativi.

Nell’articolo mi viene attribuita una stima del valore delle tariffe di transito incassate da Snam Rete Gas per un’ipotetica ri-esportazione di tutto il gas azerbaigiano pari a 200 milioni di euro all’anno. L’autore – incolpevolmente – riporta una cifra, pubblicata in un mio articolo apparso sul Caspian Report, frutto di un errore di stampa: la cifra stimata (riportata qui in orginale) è di 150 milioni di euro.

La Via del Gas, dal Caspio all’Adriatico

Corriere - La Via del Gas, dal Caspio all’AdriaticoSegnalo un interessante reportage di Carlo Vulpio dal titolo La Via del Gas, dal Caspio all’Adriatico, realizzato per il Corriere.

Una piacevole cronaca di viaggio dedicata soprattutto all’Azerbaigian e alla sua storia, corredata da 67 foto, di cui alcune bellissime.

Però, forse preso dall’entusiasmo e da qualche fonte un po’ superficiale, quando si parla di energia l’autore prende qualche sbandata. Innanzitutto, le riserve del bacino del Caspio sono grandi (8.000 Gmc), ma corrispondono al 4 e non al 46% del totale mondiale.

Per quanto riguarda l’ipotetica conversione a gas delle centrali a carbone, forse le dinamiche del mercato negli ultimi anni potrebbero spegnere gli entusiasmi. Più in generale, quando si parla di “aumentare l’impiego di metano al posto di carbone, olio combustibile e petrolio”, forse si dimentica che oggi in Italia il vincolo al consumo di gas è nella domanda e non nell’offerta.

Anche pensare che la produzione petrolifera dell’Adriatico e il gas azerbaigiano siano direttamente collegati è quantomeno una forzatura, visto che la netto di ogni altra considerazione, la sostituibilità del petrolio col gas è molto limitata.

Infine, dire che “il gasdotto servirà, con altrettante diramazioni, anche i Paesi balcanici e persino Israele e Iran, che certo non si scambiano affettuosità” significa confodere disinvoltamente produttori e (potenziali) consumatori, in un curioso mix geografico.

Molto condivisibile, invece, è l’attacco in chiusura alle istituzioni locali pugliesi, che avversano dieci chilometri di gasdotto interrato ma hanno consentito lo “scempio [di] eolico e fotovoltaico industriali su vasta scala”. L’ennesima conferma che la politica energetica non può che essere decisa dalle istituzioni centrali.

TAP: arriva l’endorsement di Passera

IU - Energia: il Tap è la soluzione perfettaIl TAP, ormai è noto, è il gasdotto destinato a portare il metano azerbaigiano in Italia, a partire dalla fine di questo decennio. In realtà, di 870 km, solo una manciata saranno quelli in suolo italiano: eppure il movimento del no-a-tutto ha trovato un nuovo spauracchio, declinato in no-TAP.

In generale, tuttavia, il gasdotto ha trovato un silenzioso appoggio nel governo. Forte anche del sostegno europeo, dei vantaggi in termini di diversificazione degli approvvigionamenti e della coerenza con la strategia energetica nazionale, fortemente voluta dall’allora ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera.

E oggi è arrivato un endorsement molto partecipato proprio di Italia Unica, il partito a cui Passera sta lavorando da mesi. Si tratta della prima uscita del partito in tema di energia, nonché la prima presa di posizione forte di un partito a favore dell’infrastruttura, alla ricerca del consenso di quella larga fetta della popolazione che vede ancora con favore lo sviluppo infrastrutturale del Paese.

Speriamo che sia uno spunto per un dibattito politico serio in materia di energia.

Malignità: Italia Unica è stata lanciata dal goffo slogan “io siamo“… leggendo il post sul TAP, si incappa in due perle [tempestivamente ora corrette: ma qui c’è lo screenshot]: un veniale “senza socializzazione dei cosi in bolletta” e un ben più stridente “e non pensiamo a cosa succedesse se anche l’Algeria avesse problemi”. I casi sono due: o nessuno ha riletto il post, o è in atto una guerra alla lingua italiana.

L’impatto del TAP per l’Italia

ISPI - Contribution of TAP to the Italian EconomyEccomi tornato. Segnalo un mio paper dal titolo Contribution of Tap to the Italian Economy, pubblicato qualche giorno fa dall’ISPI. Il lavoro cerca di ricostruire l’impatto sull’economia italiana della costruzione del gasdotto TAP, predendo in considerazione diversi livelli.

In primo luogo, l’impatto locale, cruciale per vincere la battaglia del consenso anche sul territorio. Da questo punto di vista, l’impatto previsto è di 80 milioni di euro all’anno in fase costruttiva e di 4 milioni all’anno in fase operativa in Puglia (dati Nomisma Energia).

L’impatto più rilevante è però quello a livello nazionale. L’infrastruttura contribuirà a diversificare l’approvvigionamento e quindi aumenterà la sicurezza energetica nazionale. Definire una cifra esatta è complesso (e dipende dall’evoluzione del contesto normativo), ma il fatto gasdotto sia realizzato tutto con fondi privati rende inevitabilmente positivo il contributo in termini di costi per il sistema.

Giova tra l’altro ricordare che la Puglia beneficia come le altre regioni italiane della diversificazione delle importazioni e che in consumi pugliesi si aggirano comunque sui 4 Gmc annui.

Inoltre, sempre in termini di benefici aggregati a livello nazionale, la costruzione del TAP è un presupposto indispensabile per l’attuazione della strategia volta a rendere l’Italia l’hub del gas per l’Europa meridionale. Detto in modo meno esoterico, realizzando il TAP si potrà invertire il flusso del gasdotto in arrivo dalla Svizzera (Transitgas) e rendere l’Italia un importante Paese di transito. I benefici saranno soprattutto per Snam Rete Gas, che potrà incamerare i proventi delle tariffe di transito, che da una mia stima preliminare potrebbero arrivare a 150 milioni di euro.

Insomma, l’Italia ha tutto da guadagnare dalla realizzazione del TAP, analogamente a quanto avviene nel caso di altri grandi importanti investimenti infrastrutturali. La strada della ripresa economica e del benessere nel lungo periodo passa anche da lì.

Festival dell’energia 2014

Festival dell'energia 2014 - 16 maggioTorna anche quest’anno il Festival dell’energia, a Milano dal 15 al 17 maggio. Tanti gli appuntamenti in calendario, con tavole rotonde, dibattiti e dimostrazioni in laboratorio presso il Politecnico.

Quanto a me, il 16 maggio alle 11:15 prenderò parte alla tavola rotonda Russia, USA, Europa: il gas e il castello dei destini incrociati, in Sala Consiglio Dipartimento Energia (Campus Bovisa La Masa).

Interverranno Daniele Gamba (SRG), Paolo Esposito (CBA), Marco Margheri (Edison), Andrea Paliani (Ernst & Young), Giampaolo Russo (TAP), Evgeny Utkin (Partner N1). A condurre, Paolo Messa (Formiche).

Aggiornamento: la foto dell’evento diffusa dall’account Twitter di EY Italy.

EY Italy - Festival dell'energia 2014

Corridoio meridionale: la confusione del Sole

Sole24Ore - La crisi del metano rilancia il corridoio sud dell'Italia Nei momenti di crisi, per l’opinione pubblica è particolarmente importante avere informazioni affidabili e analisi puntuali dei fatti. E invece a noi italiani stamattina è capitato il Sole24Ore.

Stamattina, pagina 7, taglio basso (per chi si avvale ancora della carta): La crisi del metano rilancia il corridoio sud dell’Italia. Titolo fumoso, ma il concetto è solido e condivisibile: meglio diversificare rispetto alla Russia, ben venga il gasdotto dall’Azerbaigian.

Lo svolgimento però inanella una serie di errori di cui è opportuno informare il lettore:

  • il progetto Nabucco è morto e sepolto, tanto che non esiste nemmeno più il sito web;
  • il gas di Shah Deniz oggi non finisce nella rete russa, ma è esportato in Georgia e Turchia attraverso il South Caucasus Pipeline;
  • il TANAP al momento ha di certa solo la prima fase da 16 Gmc/a (10 TAP, 6 mercato turco), mentre gli eventuali upgrade sono ancora tutti da discutere;
  • la concorrenza del rigassificatore OLT di Livorno rispetto ai gasdotti esistenti è al momento pari a zero, visto che il terminale è in stand-by;
  • il gas azerbaigiano trasportato dal TAP è già stato interamente venduto (e non prenotato) e gli acquirenti hanno già firmato i contratti di fornitura.

Lo so, sono dettagli: ma a volte fanno la differenza.

Aggiornamento:

  • la composizione azionaria del consorzio TAP (correttamente indicata nell’articolo) è diversa da quella di TANAP.