Grosseto: presentazione del rapporto energia ISPI

ISPI - Energia e geopoliticaSegnalo che venerdì 17 aprile si terrà a Grosseto una conferenza di presentazione del  Rapporto “Energia e geopolitica. Gli attori e le tendenze del prossimo decennio”, realizzato nell’ambito dell’Osservatorio Energia dell’ISPI.

L’evento è presentato da Gianni Bonini, Amministratore Delegato di Geacom, e Giancarlo Ciarpi, Direttore generale della Banca della Maremma.

Alla presentazione parteciperanno Valter Pallano, Amministratore Delegato di IREN Mercato, Nicolò Rossetto, autore del capitolo sull’UE, e il sottoscritto.

L’appuntamento è per le 17 presso la Sala delle Conferenze della Banca della Maremma, a Grosseto.

Eurogas: nel 2014 consumi UE -11%

Consumi di gas naturale in Europa nel 2014

Secondo i dati riportati da Eurogas, nel 2014 in UE si sono consumati 409 Gmc di gas, con una contrazione dell’11% rispetto al 2013. In totale, i minori consumi sono stati di 51 Gmc: per avere un’idea, è come se l’intera Francia avesse smesso di usare gas.

Nello spazio europeo in senso lato, la Turchia è invece l’unica grande economia ad aver fatto registrare una aumento dei consumi.

Variazione dei consumi di gas naturale in Europa (2014-2013, miliardi di metri cubi)

La contrazione maggiore si è registrata nei grandi mercati, Germania in testa. A causare la riduzione dei consumi ha contribuito soprattutto il clima particolarmente mite nel primo trimestre, che nel Nord Europa ha portato a un crollo verticale della domanda per il riscaldamento.

La riduzione della domanda ha poi interessato anche la generazione termoelettrica, schiacciata tra le rinnovabili sussidiate da una parte e il carbone a basso costo (sia come materia prima, sia come prezzo dei permessi di emissione) dall’altra.

Anche la difficile situazione economica ha contribuito alla riduzione della domanda, anche se i consumi di gas nel settore industriale sono aumentati in alcuni Paesi, in particolare in Germania. In Italia sono invece rimasti sostanzialmente invariati.

Variazione dei consumi di gas naturale in Europa (2014-2013, percentuale)

Nel complesso, i dati Eurogas tracciano il quadro di una domanda europea debole, il cui recupero dipende da due ordini di fattori. Dal punto di vista congiunturale, le temperature più rigide hanno già fatto riprendere i consumi per riscaldamento nei primi mesi del 2015, mentre per un aumento dei consumi legato alla ripresa economica occorrerà attendere.

Dal punto di vista strutturale, sarà determinante quanto le politiche a livello europeo porteranno a un aggiustamento degli strumenti impiegati per ridurre le emissioni climalteranti. Se il focus delle nuove misure al 2030 passerà effettivamente dal sussidio delle rinnovabili a una maggiore attenzione per il prezzo del emissioni, il gas naturale nelle generazione elettrica potrebbe tornare a crescere in misura significativa, recuperando almeno in parte il terreno perduto.

Fino ad allora, non ci sarà un gran bisogno di nuove infrastrutture di importazione: quelle esistenti e in costruzione bastano e avanzano. Basta pensare che nel 2010, con meno infrastrutture di oggi, le importazioni erano circa 80 Gmc più alte.

Il momento di attuale eccesso di offerta potrebbe invece essere sfruttato al meglio spingendo per un aumento delle interconnessioni tra le reti europee, per mettere meglio in competizione tra loro i fornitori e aumentare l’efficienza del sistema. La comunicazione sull’Unione dell’energia ne ha parlato: vedremo quanti fatti seguiranno alle parole.

La geopolitica dell’energia nel confronto Russia-UE

ISPI - La geopolitica dell’energia nel confronto Russia-UESono scaricabili qui le slides relative alla lezione «La geopolitica dell’energia nel confronto Russia-UE» e qui quelle relative, molto sintetiche, relative alla lezione «La Russia e l’UE nel Medio Oriente allargato».

Le lezioni erano parte del corso La Russia, l’Unione Europea e la crisi ucraina, svolto nell’ambito della Winter School dell’ISPI.

La Commissione adotta la strategia per l’Unione energetica

EC - Energy UnionMercoledì 25 febbraio la Commissione europea ha adottato la comunicazione A Framework Strategy for a Resilient Energy Union with a Forward-Looking Climate Change Policy, il documento che lancia l’Unione energetica.

La strategia si basa su cinque dimensioni: la sicurezza energetica (ossia degli approvvigionamenti), la piena integrazione del mercato dell’energia a livello europeo, l’efficienza energetica, la decarbonizzazione dell’economia, l’investimento su ricerca, innovazione e competitività.

Oltre alla comunicazione relativa all’Unione energetica, la Commissione ha anche adottato una comunicazione relativa alla conferenza sul clima di dicembre a Parigi. In vista dell’incontro, la Commissione vuole rilanciare il ruolo di guida dell’UE nella riduzione delle emissioni climalteranti a livello globale. Resta però da vedere se e quanto le altri grandi economie saranno disposte a seguire.

La Commissione ha infine adottato una comunicazione relativa alle interconnessioni elettriche tra le reti nazionali dei Paesi membri. Dodici su ventotto non soddisfano infatti l’obiettivo minimo di interconnessione attualmente vigente, secondo il quale la capacità di scambio con l’estero deve corrispondere ad almeno il 10% della capacità installata.

Il Turkish Stream prende forma

Turkish StreamDopo l’annuncio dell’abbandono di South Stream e la firma del memorandum con la turca Botas, prosegue lo sforzo di Gazprom per sviluppare una nuova infrastruttura di esportazione del gas diretta in Europa attraverso  la Tuchia. I dettagli della tratta hanno cominciato a essere diffusi nei giorni scorsi, anche per dare credibilità alle strategie di diversificazione russa.

Il nuovo progetto di gasdotto, chiamato Turkish Stream, dovrebbe partire dalla costa russa, nella zona di Anapa, e attraversare il Mar Nero. Il punto di attracco è previsto nell’area del villaggio di Kıyıköy, nella Turchia europea, mentre il punto di ingresso nella rete di distribuzione turca sarà nella zona di Lüleburgaz. Il punto di uscita verso l’UE è invece previsto nella zona di Ipsala, vicino al confine turco-greco.

Nel complesso, la lunghezza della tratta onshore è prevista di circa 180 km, mentre non ci sono ancora notizie esatte sulla tratta offshore (e infatti le navi Siapem sono alla fonda). È probabile che si sia presa inizialmente in considerazione anche l’ipotesi di un raddoppio di Blue Stream, ma Gazprom e Botas hanno preferito mantenere la maggior parte della tratta offshore, forse anche per sfruttare i contratti già assegnati da South Stream per le condotte sottomarine e la posa dei tubi.

Analogamente a South Stream, la capacità complessiva di Turkish Stream dovrebbe essere di 63 Gmc annui, distribuiti su quattro linee da 15,75 Gmc annui ciascuna. Secondo quando dichiarato da Gapzrom, 47 Gmc annui saranno destinati all’ingresso in UE, mentre gli altri 16 saranno destinati alla domanda turca, prevista in forte aumento.

La costruzione della prima linea destinata a rifornire il mercato turco occidentale non dovrebbe essere in dubbio, dato che domanda, offerta e capacità di costruzione ci sono. Permangono forti dubbi sull’effettiva realizzazione delle successive tre linee, destinate a rifornire un mercato europeo debole e sulle quali è facile attendersi da parte della Commissione un veto sul piano regolatorio.

Di grandi volumi di gas russo in transito in Turchia se ne riparlerà dunque forse tra qualche anno, anche se nel frattempo una stabilizzazione dell’Ucraina e un più ampio coinvolgimento finanziario occidentale a fianco di Kiev potrebbero rendere il transito attraverso l’Ucraina un’opzione meno rischiosa e tutto sommato conveniente per Gazprom.