Possibili problemi per i prezzi spot del gas

FT - Companies end co-operation with gas price agenciesStanno emergendo in questi giorni sempre più notizie relative a un problema che potrebbe avere importanti conseguenze per i mercati spot del gas naturale in Europa, secondo quanto riportato dal Financial Times (e brevemente ripreso da SQ).

A partire da novembre, quando scoppiò il caso delle manipolazioni dei tassi Libor – un numero crescente di operatori ha smesso di comunicare i dati relativi ai prezzi di scambio alle Price-reporting agencies (Platts, Argus e Icis Heren).

A RWE e Centrica si è aggiunta di recente anche Statoil, assieme a diversi traders. Gli operatori vogliono evitare di essere coinvolti in eventuali scandali che dovessero emergere relativamente a possibili manipolazioni dei prezzi. Tra l’altro, il regolatore britannico sta già indagando Heren proprio per sospetta manipolazione delle quotazioni NBP.

Le PRA sostengono di avere comunque accesso a dati sufficienti per garantire l’affidabilità delle quotazioni pubblicate (tra cui TTF, a l’Aeeg guardava come possibile benchmark per la prezzatura della componente materia prima in vista della riforma delle tariffe del servizio di maggior tutela), ma il dubbio che ci sia qualche scandalo in arrivo è legittimo.

La vicenda rappresenta in ogni caso un campanello d’allarme circa la necessità di regolare a livello europeo in modo più trasparente le attività di scambio e di determinazione delle quotazioni giornaliere ai punti di scambio.

Questo è tanto più vero nella fase attuale, in cui si mettono sempre più in discussione le formule di indicizzazione alle quotazioni del greggio presenti nei contratti di lungo periodo. Queste formule, con tutti loro difetti, hanno almeno il pregio di avere un riferimento certo e molto difficile da manipolare.

Nota: il tema è stato ripreso, con alcune interessanti aggiunte, da Matteo Monti.

GNL: Asia e spot in crescita

GIIGNL - The LNG Industry in 2011  Il mercato mondiale del GNL è cresciuto nel 2011 del 9,4%, arrivando a superare i 300 Gmc (240 milioni di tonnellate). Questo il dato è stato diffuso nel rapporto annuale di GIIGNL, l’associazione degli importatori di gas naturale liquefatto, e riportato da StaffettaQuotidiana.

A trainare la domanda sono stati i mercati Asiatici, spinti dalla crescita dei consumi cinesi (13,6 Mt, +36,1%), indiani (12,3 Mt, +37,4%), sudcoreani (35,6 Mt, 8,9%) ma soprattutto giapponesi (79,1 Mt, +11,6%), a causa dell’effetto-Fukushima. Stagnante invece il mercato europeo (65 Mt, +0,4%), con la crescita britannica che compensa le minori importazioni in Spagna, Italia e Turchia.

Guardando al lato dell’offerta, il Qatar è saldamente leader mondiale, con quasi un terzo del la produzione complessiva (75,4 Mt) e clienti sia in Europa sia in Asia. Al secondo posto i grandi produttori asiatici, Malesia (24,9 Mt) e Indonesia (21,9 Mt), in attesa che nei prossimi anni lo sviluppo dei giacimenti in Mozambico (entro il decennio la capacità di liquefazione nel Paese potrebbe arrivare a 30 Mt annue).

Il dato più interessante è l’aumento della quota di GNL scambiato su base spot e breve termine: 61,2 Mt (25,4% del totale scambiato), con un incremento del 50% che segue il +40% del 2010. La crescita del mercato spot è stata trainata dall’aumento imprevisto della domanda giapponese (arrivata 16 Mt, +120%) e ha dimostrato ancora una volta il potenziale di flessibilità di un mercato globale. In Europa invece gli scambi a breve si sono contratti a 12,3 Mt (-8,5%), dopo il boom del 2010 (+50,9%), scontando la contrazione della domanda finale nel 2011 (-10,7%).