Gazprom abbassa i prezzi e aumenta i volumi

Alexander MedvedevGazprom ha rivisto al ribatto le stime del prezzo medio per le forniture di gas naturale ai clienti Ue nel 2013, secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana.

Il prezzo medio per mille metri cubi scenderà così a 370-380 dollari, contro i 402 del 2012.

A più che bilanciare i prezzi più bassi saranno – nelle stime di Gazprom – i maggiori volumi: 151,8 miliardi di metri cubi previsti per il 2013, 13 in più rispetto al 2012. Complessivamente, i ricavi dovrebbero così crescere, passando da 55,8 miliardi di dollari nel 2012 a 56,2-57,7 nel 2013.

Nel primo quadrimestre delle esportazioni russe verso l’UE sono effettivamente aumentare, passando da 51,3 a 54,7 miliardi di metri cubi. Restano tuttavia dubbi sulla consistenza della domanda sui mercati europei, soprattutto viste le non esaltanti prospettive economiche dell’area euro per il secondo semestre.

Grecia: Gazprom contro Socar per DEPA

DEPAIl governo greco è alle prese con un ambizioso piano di privatizzazioni, nel tentativo di ridurre l’indebitamento e rilanciare l’economia.

Una delle aziende sul mercato è Depa (Δημόσια Επιχείρηση Παροχής Αερίου), la società integrata di trasporto (tramite DESFA), vendita all’ingrosso e distribuzione  del gas naturale.

A contendersi Depa sono principalmente due società statali di Paesi produttori, intenzionate a rafforzare la propria posizione nel trasporto e nella distribuzione all’interno dell’UE.

La prima è la russa Gazprom, che secondo quanto riportato dal Sole24Ore sarebbe «a un passo dal gas greco» (anche se poi in vero si tratterebbe più di tubi che di gas…). Il rischio è che la Commissione tenti di bloccare gli investimenti russi nel quadro più ampio della sua guerra all’azienda russa (secondo il Sole, ci sarebbe anche un piano B russo che prevederebbe il coinvolgimento di capitali privati).

L’altro concorrente è l’azerbaigiana Socar, alla ricerca di opportunità di investimento e – allo stesso tempo – di un rafforzamento sul controllo delle proprie esportazioni future verso l’UE. Il governo azerbaigiano ha già sperimentato l’anno scorso questo tipo di operazione, con il coinvolgimento diretto nel capitale del TANAP, il gasdotto che trasporta il gas del Caspio atttaverso la Turchia.

Per una volta, gli interessi italiani e quelli russi si trovano a divergere: la Grecia è infatti uno dei Paesi di transito del TAP, il gasdotto che porterebbe il gas azerbaigiano dal confine turco fino all’Italia. Un consolidamento della presenza di Socar in Grecia sarebbe il preludio della scelta di costruire il TAP anziché l’alternativa diretta dalla Turchia all’Austria (Nabucco West).

La decisione, su Depa e sul TAP, è prevista per l’estate.

Il TAP procede a piccoli passi

Trans Adriatic Pipeline (TAP)Il Consiglio dei ministi di ieri ha appravato il ddl di ratifica degli accordi con Albania e Grecia per la costruzione del gasdotto TAP, secondo quanto riportato oggi dal Sole24Ore.

Si tratta di un nuovo passo avanti, che si somma alla recente approvazione dell’esenzione all’accesso a terzi da parte della Commissione europea.

Procede dunque la competizione tra TAP e Nabucco per il trasporto del gas azerbaigiano in UE. La decisione, attesa per maggio, è slittata a giugno o luglio, secondo quanto dichiarato da Vaqif Sadiqov, ambasciatore azerbaigiano in Italia.

Difficile dire già oggi chi avrà la meglio: il Nabucco è senza dubbio favorito dalla maggior dinamicità dei mercati balcanici, mentre il TAP offre una composizione azionaria più stabile e credibile, oltre a coinvolgere direttamente un grande mercato come quello italiano.

Determinante sarà di certo la posizione del governo azerbaigiano, la cui posizione ufficiale per ora è che le infrastrutture si debbano fare entrambe. Idea ambiziosa, ma al momento poco sostenibile non solo per i dubbi sui tempi di sviluppo dell’ulteriore capacità produttiva azerbaigiana, ma anche per la perdurante crisi della domanda europea.

Nota: la composizione azionaria del Nabucco indicata da Federico Rendina sul Sole non è corretta: da aprile, l’austriaca OMV ha rilevato la quota di RWE, diventando azionista di riferimento (anche se con l’intenzione dichiarata di favorire l’ingresso di non ben definiti nuovi soci).

Consiglio europeo: eppur si muove

Consiglio europeoL’energia spiccava tra gli argomenti del Consiglio europeo del 22 maggio scorso, occupando ben 5 delle 9 pagine delle conclusioni. Chi vi cercasse prese di posizioni roboanti, avrebbe sbagliato posto e istituzione (e probabilmente anche continente).

Tuttavia qualcosa sembra essersi mosso: finalmente l’isteria millennarista della lotta al cambiamento climatico ha segnato il passo, a favore dell’attenzione alla competitività. Contenere i costi dell’energia è infatti la priorità numero uno: nulla di epocale, ma forse riusciremo ad avere politiche più sensate anche a livello europeo.

Gli altri punti sono grandi classici: più mercato interno e interconnessioni, più scambio di informazioni, più diversificazione ed efficienza, un quadro più affidabile per gli investimenti.

Su quest’ultimo punto si specifica «in primo luogo dal mercato» (bontà loro), ma poi si auspica anche una «revisione da parte della Commissione delle norme in materia di aiuti di Stato per consentire interventi mirati al fine di agevolare gli investimenti nel settore energetico».

Posizioni insomma come sempre in equilibrio tra posizioni piuttosto distanti tra loro, come nel sibillino richiamo a proseguire l’esame della «questione del nesso contrattuale dei prezzi del gas e del petrolio».

Nell’insieme, la farraginosa macchina del compromesso europeo sembra aver ripreso qualche contatto con la realtà. Di strada da fare ce n’è come sempre molta, eppur si muove.

L’Europa occidentale e il gas russo

L'Europa occidentale e il gas russoSlides relative alla lezione «L’Europa occidentale e il gas russo», tenuta presso l’Università degli Studi di Pavia (13 Maggio 2013).

Avviso: data l’omogeneità di temi e la prossimità temporale, le slides sono quasi tutte uguali a quelle della lezione «Russian Gas for Western Europe. Energy Security in a Changing International System». L’aggiunta principale è quella di due slides con di alcuni dati di Gazprom Export.