JODI Gas World Database

JODI GasDurante il meeting ministeriale dell’International Energy Forum di Mosca del 16 maggio è stato ufficilamente lanciato il JODI Gas World Database.

La Joint Organisations Data Initiative è un progetto che coinvolge diverse istituzioni (APEC, Eurostat, IEA, OLADE, OPEC e UNSD) e che ha lo scopo di raccogliere dati sui mercati energetici e renderli pubblici, favorendo trasparenza e dialogo sui mercati energetici globali.

Finora i dati erano disponibili solo per il petrolio, ma da oggi saranno raccolti e pubblicati anche i dati relativi al gas naturale. In particolare, saranno disponibili i dati mensili consolidati su produzione, consumi, esportazioni, importazioni e scorte di gas naturale.

I dati raccolti coprono circa l’80% del mercato globale, offrendo uno strumento unico per comparare le tendenze in atto sui mercati del gas in modo tempestivo. Attualmente il database è accessibile, ma non contiene dati, che saranno raccolti da ora in avanti: per rendersi conto delle potenzialità basta però dare un’occhiata alla sezione dedicata al petrolio.

Insomma, uno strumento che a partire dai prossimi mesi si rivelerà molto utile.

I dati degli stoccaggi ucraini (quasi) in tempo reale

GSE - TransparencyA partire da oggi sono disponibili online i dati relativi al riempiemento degli stoccaggi ucraini, con aggiornamento settimanale. La disponibilità dei dati è arrivata in seguito a un accordo tra Naftogaz e Gas Infrastructure Europe (GIE), l’associazione di categoria a livello europeo.

Attraverso la propria sotto-organizzazione Gas Storage Europe (GSE), GIE pubblica un database costantemente aggiornato relativo al tasso di riempimento degli stoccaggi di tutti i Paesi UE.

Gli stoccaggi ucraini hanno una capacità massima di 32 Gmc e rappresentano un elemento fondamentale per garantire la stabilità durante la stagione invernale dei flussi di gas russo diretti in Europa. Attualmente il livello è di 8,5 Gmc, compatibile con la stagione corrente, considerando che le operazioni di riempimento si concentrano soprattutto nel periodo estivo.

Il monitoraggio costante della loro capacità sarà un elemento cruciale per valutare l’evoluzione dei rapporti tra la Russia, che dovrà fornire il gas da stoccare, e l’Ucraina, che dovrà trovare un soluzione per conciliare il proprio ruolo di consumatore e quello di Paese di transito.

Ps: GSE pubblica anche un’interessante mappa della capacità di stoccaggio a livello europeo, con relativo database.

Energy Transition Model

Energy Transition ModelSegnalo l’Energy Transition Model, un interessante e divertente strumento online che consente di esplorare il futuro energetico dell’Europa. ETM è un simulatore dell’evoluzione del sistema energetico europeo (oltre che olandese e tedesco), basato sui dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia.

L’utente deve impostare una serie di parametri (fino a centinaia, per i più esperti) e può vedere l’impatto delle sue scelte sui consumi energetici settore per settore, oltre che sui prezzi dell’energia e la composizione dell’offerta.

ETM è stato commissionato da alcuni grandi gruppi, ma è completamente e gratuitamente disponibile online in open source, tra l’altro con una grafica accattivante. Il programma consente diversi tipi di utilizzo, in base al tempo disponibile e al livello di professionalità dell’utente: insomma, più o meno chiunque può trovarlo uno strumento interessante.

Eurogas: nel 2013 consumi di gas UE -1,4%

Eurogas - Drop in 2013 EU gas demand emphasises need for swift changeEurogas ha pubblicato le proprie statistiche relative all’andamento nel 2013 del mercato del gas in Europa e le notizie non sono buone: i consumi UE si sono attestati a 462,3 Gmc, circa 6 Gmc in meno rispetto al valore del 2012 (-1,4%).

Si tratta del terzo anno consecutivo di contrazione, che ha riportato i consumi indietro di un decennio. All’origine di questa tendenza, la contrazione degli usi per generazione elettrica, sottoposti alla duplice sfida del carbone a basso prezzo e delle rinnovabili sussidiate.

In un contesto europeo difficile, il dato italiano brilla in negativo: consumi a 68,3 Gmc, in contrazione di 4,7 Gmc (-6,8%). Male anche il mercato spagnolo, a 30,9 Gmc (-8,7%). In controtendenza il dato tedesco, con consumi a 88,5 Gmc (+6%).

Dal punto di vista dell’offerta, la produzione interna ha continuato a rappresentare la principale fonte con 156 Gmc, pari al 33% del totale. I principali fornituri esterni sono stati la Russia (125 Gmc, 27% dei consumi), Norvegia (106 Gmc, 23%), Algeria (37 Gmc, 8%). A questi si sono aggiungi la Libia (6 Gmc, 1%). Gli altri produttori hanno fornito, soprattutto via GNL, 36 Gmc (8%), di cui circa la metà rappresentata dal Qatar.

Fuori dall’UE, in forte crescita invece la Turchia, i cui consumi sono passati da 45,3 a 44,5 Gmc (-1,8%), mentre quelli elvetici sono passati da 3,5 a 3,7 Gmc (+5,7%).

Southeast Asia Energy Outlook

IEA - WEO 2013 - Southeast Asia Energy OutlookCome da consuetudine, in occasione della pubblicazione del nuovo World Energy Outlook, la IEA ha rilasciato gratuitamente uno speciale, quest’anno dedicato al Southeast Asia Energy Outlook.

Dal 1990, i consumi energetici dei Paesi Asean sono aumentati di due volte e mezzo e i margini di crescita sono enormi, considerando che i 600 milioni di abitati dell’area hanno consumi procapite pari alla metà della media mondiale.

Tra il 2012 e il 2035, l’impatto previsto in termini di maggior domanda è pari ai consumi correnti del Giappone, tra cui 2,4 milioni di barili al giorno (un quinto di tutta la nuova domanda mondiale) e oltre 100 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Il combustibile della crescita sarà però il carbone, il cui consumo è destinato a triplicare al 2035. Tre quarti della nuova capacità di generazione elettrica in costruzione è infatti alimentata a carbone, la cui quota nella generazione passerà da un terzo a oltre metà del totale. Con buona pace delle solitarie follie europee sulle emissioni.

La nuova domanda di carbone e di gas sarà soddisfatta dalla produzione interna, ma ridurrà i volumi disponibili per le esportazioni (pur lasciando il saldo complessivo in attivo). A pesare sulla bilancia commerciale sarà invece la crescente dipendenza dalle importazioni di petrolio, che nelle proiezioni saliranno da 1,8 a 5,5 milioni di barili al giorno, per un passivo stimato in 250 miliardi di dollari all’anno (4% del PIL).

A quanto pare, l’eventuale indipendenza energetica americana non dovrebbe lasciare i produttori mediorientali senza clienti.