I prezzi dell’energia in Europa

Recent Trends in EU Energy PricesSegnalo un interessante studio pubblicato dal Parlamento europeo sui prezzi dell’energia in Europa dal titolo Recent Trends in EU Energy Prices, realizzato dalla DG Politiche interne del Parlamento stesso.

Il lavoro propone un’analisi delle tendenze in atto a livello globale, a cominciare naturalmente dalle quotazioni del greggio. La seconda parte analizza i dati – aggiornati a giugno o settembre 2014 – dei prezzi dell’elettricità, del gas e dei prodotti petroliferi nei diversi Paesi europei.

Lavoro interessante, limitato però dal fatto che non sono indicate le dimensioni dei clienti considerati per il gas e per l’elettricità, un elemento che influenza sensibilmente la comparabilità dei dati.

Petrolio: quando il prezzo può cambiare tutto

ISPI - Petrolio: quando il prezzo può cambiare tuttoIl secondo semestre del 2014 è stato segnato dal crollo delle quotazioni del greggio. Dopo aver raggiunto un picco di 115 dollari a metà giugno, il prezzo del Brent Dated ha iniziato a ridursi in modo costante per tutto il terzo trimestre, per poi crollare nell’ultima parte dell’anno. A metà dicembre è stata infranta la soglia psicologica dei 60 dollari e non si sono ancora presentati segnali di un’interruzione della tendenza al ribasso.

Un calo del 40% in un semestre è un avvenimento, ma le quotazioni del greggio sono storicamente sottoposte a oscillazioni. Per restare agli anni recenti, nel 2008 le quotazioni medie giornaliere erano passate dai 144 di metà luglio ai 34 dollari di fine dicembre: -76% in poco più di cinque mesi.

Ogni oscillazione ha cause e dinamiche uniche, ma il meccanismo che fa scattare la discesa dei prezzi è sempre il medesimo: un eccesso di offerta rispetto alla domanda, a cui non segue un’immediata riduzione dei volumi.

[il mio commentary continua sul sito ISPI]

L’impatto locale della shale revolution

Corriere - Quel maledetto petrolio di PalermoIn questi giorni di discesa delle quotazioni del greggio ci si chiede se la shale revolution americana sia economicamente sostenibile oppure no. Si tratta di un tema importante per capire gli sviluppi che dobbiamo attenderci sui mercati energetici internazionali nei prossimi 12-18 mesi.

Nel frattempo però non si parla molto dell’impatto che il rapido sviluppo delle attività estrattive nei giacimenti shale ha avuto negli ultimi anni sulle comunità locali. Nel bene come nel male.

Per chi fosse interessato consiglio il reportage apparso oggi sul Corriere della Sera.

Nuove opportunità di lavoro e sviluppo, improvvise ricchezze, degrado ambientale, crescenti disparità e aumento della violenza sono tutte sfaccettature di un fenomeno che in 5-6 anni ha trasformato il North Dakota da povero territorio agricolo in uno dei maggiori produttori al mondo di idrocarburi.

NB: così come il piccolo villagio di Palermo ha conosciuto un boom eccezionale negli scorsi 5 anni, altrettanto velocemente potrebbe subire un netto ridimensionamento qualora il prezzo del petrolio non torni a salire. Stanti le prospettive più condivise, è lecito pensare che nuove città fantasma potrebbero apparire presto nello sconfinato Midwest americano.

I prezzi del greggio mettono a rischio gli investimenti

La contrazione delle quotazioni del greggio sta iniziando ad avere un effetto sull’offerta futura. Secondo quanto riportato da Reuters, nel 2015 dovrebbero essere prese decisioni finali di investimento su circa 800 progetti, per un controvalore di 500 miliardi di dollari e per riserve complessive pari a 60 miliardi di barili equivalenti di petrolio.Di questi progetti, un quinto sono a rischio a causa della caduta dei prezzi del greggio e delle basse aspettative sui prezzi medi per prossimi anni.

Sulla struttura dei progetti di investimento in questo decennio, segnalo una bella infografica di Rystad Energy.

Reuters - Oil and gas projects outlook

Petrolio al ribasso: vincitori e vinti

ISPI - Petrolio al ribasso: vincitori e vintiDopo tre anni di quotazioni elevate, il prezzo del petrolio in pochi mesi è sceso di oltre il 30%. La decisione saudita di non intervenire per arrestare questa tendenza ha creato uno scenario senza precedenti, con importanti implicazioni economiche e politiche.

Quali sono le cause di questo improvviso ribasso? Chi sono i vincitori e i vinti? Che conseguenze ci saranno sulle maggiori economie?

Per discutere del tema, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano ha organizzato una tavola rotonda che si terrà a Palazzo Clerici il 10 Dicembre alle 18:00.

A parlare del tema saranno Sissi Bellomo del Il Sole 24 Ore, Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo e Massimo Nicolazzi di Centrex. A moderare sarà il Paolo Magri dell’ISPI.