OFGEM Gas Security of Supply Report

OFGEM Gas Security of Supply ReportL’Autorità per l’energia britannica (OFGEM) ha appena pubblicato un report al governo sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas.

Il report parte dalla considerazione che la crescente dipendenza del mercato britannico dalle importazioni di gas espone a rischi per la sicurezza energetica del Paese.

Secondo OFGEM, i contratti interrompibili dei grandi consumatori – che coprono il 50% della domanda – e la pur contenuta capacità di stoccaggio rendono altamente improbabile un’interruzione delle forniture ai clienti medio-piccoli. Per arrivare a una riduzione delle forniture ai clienti domestici in pieno inverno, i mercato britannico dovrebbe perdere in un colpo oltre il 60% della capacità di importazione (e le stime sono conservative, perché si basano su una volontaria sottostima della capacità di erogazione da stoccaggio disponibile).

Nonstante l’alta improbabilità, un’interruzione ai piccoli consumatori avrebbe conseguenze molto gravi, soprattutto perché occorrerebbero alcune settimane per ripristinare il servizio di distribuzione.

Il rischio è più grave se si guarda al settore elettrico. Il gas fornisce oltre il 40% della produzione britannica e basterebbe un’interruzione degli approvvigionamenti di gas nell’ordine del 25-30% in un momento di picco della domanda (sempre sottostimando lo stoccaggio, comunque) per portare alla necessità di razionare l’elettricità. In questo caso, tuttavia, i tempi di recupero sarebbero molto più veloci, con una limitazione dei danni, grazie al ricorso a impianti di generazione con fonti diverse.

Per quanto riguarda i prezzi, il mercato britannico è molto più esposto alle oscillazioni di prezzo rispetto agli altri grandi mercati europei a causa della forme contrattuali esistenti, più legate al breve periodo. Con l’attuale congiuntura, si tratta di un vantaggio, perché consente un basso costo della materia prima, ma la situazione potrebbe cambiare.

Il basso rapporto tra capacità di stoccaggio e consumi rappresenta un altro fattore di vulnerabilità, perché limita la capacità del sistema di isolare i consumatori finali dalle oscillazioni di prezzo. La bassa capacità di stoccaggio – circa 4 Gmc [NdR] – non rappresenta invece attualmente un problema in termini di sicurezza degli approvvigionamenti in virtù dell’alta capacità di produzione interna residua – oltre 40 Gmc annui -.

Per quanto riguarda le prescrizioni, OFGEM sottolinea la necessità di aumentare l’esposizione degli operatori nel garantire la sicurezza e di conseguenza il corretto funzionamento di meccanismi di mercato che consentano di prezzare la sicurezza dei consumatori finali.

OFGEM indivua anche alcuni ostacoli da superare:

  • l’atteggiamento spesso orientato al breve periodo degli operatori (favorito dall’assetto regolatorio);
  • i problemi di finanziamento delle infrastrutture a causa delle incertezze di mercato;
  • la difficoltà dei meccanismi di mercato di scontare gli alti costi sociali di una grave interruzione;
  • il rischio morale che gli oepratori si aspettino che sia il governo a farsi carico delle misure di sicurezza;
  • il rischio che durante una crisi le misure di sicurezza di altri Paesi possano avere effetti negativi sulla sicurezza energetica britannica;
  • il rischio geopolitico derivante dal fatto che la Russia e gli altri grandi produttori non-europei potrebbero non rispondere a soli incentivi di tipo economico.

Le altre prescrizioni di OFGEM sono un auspicio che prima di intervenire si facciano ulteriori valutazioni di impatto, che si trovi un equilibrio tra necessità di sicurezza e vantaggi di prezzo per i consumatori derivanti da un mercato libero, che si trovi il modo di incentivare una maggiore diversificazione della durata temporale dei contratti (a favore di quelli di lungo periodo).

Più in generale, il dato politico di fondo del report OFGEM è un invito all’esecutivo britannico a valutate la possibilità di un maggiore intervento pubblico sul mercato, similmente a quanto fatto sugli altri grandi mercati europei.

Per quanto un intervento pubblico a tutela della sicurezza energetica sia necessario, speriamo che David Cameron si ricordi di essere dello stesso partito di Lady Thatcher.

Russian Oil and Gas Sector: Political and Economic Prospects

Russian Oil and Gas Sector: Political and Economic ProspectsEnergy sector has a pivotal role for the economy and the political system of the Russian Federation.Oil and gas industry provides a quarter of the GDP, two thirds of the exports and half of the budget income. As a result, Russian economy and Government expenditures rely on high oil price. A sudden drop would bring to a deep economic crisis, with unpredictable consequences.

Oil and gas companies played also a political role in during the last decade. Putin strategy included a strong reaffirmation of the Government’s control over the main energy companies. In order to cope with the current and future challenges, Russian leadership needs to promote a multi-level diversification, which could lead to a more stable and resilient economic and political system.

La mia analisi dal titolo Russian Oil and Gas Sector: Political and Economic Prospects all’interno dell’ISPI Study The Economic Challenges of Current Russia.

L’Iraq nel panorama energetico mondiale

L’Iraq nel panorama energetico mondiale - Matteo VerdaA dieci anni dall’invasione statunitense, l’edizione 2012 del World Energy Outlook della IEA ha dedicato particolare attenzione al caso dell’Iraq. Il Paese sta affrontando una difficile ricostruzione in un contesto mediorientale sempre più instabile, ma può contare su riserve di idrocarburi con pochi paragoni nel mondo: 150 miliardi di barili di petrolio, che fanno dell’Iraq il quinto paese al mondo per riserve provate, con quasi il 9% del totale. A queste si aggiungono riserve di gas naturale pari a 3.400 miliardi di metri cubi (Gmc), pari all’1,5% del totale mondiale.

[il mio articolo prosegue su AgiEnegia.it]

Energia e politica estera

Politica energetica dell’Unione Europea e le scelte dei paesi membri - Matteo Verda«Energia e politica estera. L’Italia, la sicurezza energetica e gli interessi nazionali» è il titolo di un volume pubblicato in questi giorni dalla fondazione Farefuturo e da ISPI e presentato ieri alla Farnesina.

Il lavoro esplora diverse tematiche connesse alla sicurezza energetica e ha l’indubbio pregio di presentare nel panorama italiano un dei pochi esempi di ricerca policy-oriented.

Il volume  comprende diversi contributi:

1. Sicurezza energetica e sistema internazionale, di Paolo Quercia
2. Sicurezza energetica e competitività nazionale, di Davide Urso
3. Sicurezza energetica e libertà di mercato, di Carlo Stagnaro
4. Geopolitica degli approvvigionamenti energetici italiani, di Carlo Frappi
Introduzione
5. Politica energetica dell’Unione Europea e le scelte dei paesi membri, di Matteo Verda
6. Il concetto di sicurezza energetica della NATO, di Ferdinando Sanfelice di Monteforte
7. Italia e Russia: relazioni privilegiate o pericolose?, di Aldo Ferrari
8. Le importazioni di idrocarburi dall’Africa, di Lia Quartapelle
9. Obiettivi ambientali post Kyoto e sviluppo della “Green Economy”, di Marzio Galeotti e Antonio Villafranca

Lo status legale del Caspio

The legal status of the Caspian Sea - Federico Formentini and Tommaso MilaniLa dissoluzione dell’Unione Sovietica ha cambiato gli equilibri politici nella regione del Caspio, trasformando un poco formalizzato modus vivendi tra una superpotenza e una potenza regionale in una complessa questioni multilaterale tra 5 Stati con interessi divergenti.

Federico Formentini e Tommaso Milani propongono un’interessante ricostruzione storica della questione in un agile paper dal titolo The legal status of the Caspian Sea. History of the treaties between the riparian States, appena pubblicato da ECESA.