Risorse africane e sicurezza energetica europea

Le risorse energetiche africane, i mercati internazionali e la sicurezza energetica europea - Matteo VerdaSlides relative alla relazione Le risorse energetiche africane, i mercati internazionali e la sicurezza energetica europea, presentata il 20 novembre 2012 durante la conferenza Le relazioni tra Africa sub-sahariana e Unione Europea: sicurezza internazionale e lotta alla povertà, presso il Centro dipartimentale di studi storici e politici su Africa e Medio Oriente dell’Università di Bologna. 

Gazprom aumenta la presenza in Europa

Gazprom accelera le manovre di difesa del mercato europeo Alle prese con la battaglia legale contro l’antitrust europeo, Gazprom accelera il consolidamento della propria presenza sui mercati europei.

In Germania ed Europa orientale, l’azienda russa ha rafforzato la propria presenza nel downstream con l’acquisizione del controllo della joint-venture Wingas da Basf (Sole24Ore, FT), arrivando così a una quota di mercato finale in Germania pari al 20%.

Gazprom acquisirà anche Astora, che controlla alcune attività di stoccaggio in Europa orientale. In cambio, l’azienda tedesca acquisisce l’accesso all’upstream russo, con un 25%  nei campi di Urengoy (e l’opzione per salire al 50%).

Sul fronte midstream, Gazprom ha accelerato sull’accordo per il finanziamento di South Stream, raggiungo ieri durante una riunione tra i soci a San Donato (SQ). Il gasdotto (Gazprom 50%, Eni 20%, Edf e Winstershall 15% ciascuno) dovrebbe essere messo in costruzione a dicembre e completato nel 2015.

Nondimeno, è molto probabile la tempistica reale della messa in fuzione sarà molto più lunga e che la decisione sia funzionale a fare terra bruciata intorno al progetto Nabucco.

Nel complesso, la strategia di Gazprom sembra essere quella di una sempre maggiore interdipendenza con l’Europa, nonostante la crescita della domanda mondiale sia ormai molto più a oriente. I Paesi europei restano però partners molto più affidabili per Gazprom, sia in termini di rispetto dei contratti e della proprietà, sia su un piano più ampio di collaborazione politica.

Inoltre, una maggiore presenza in Germania rende politicamente più arduo il compito della DG Concorrenza nel perseguire l’azienda, anche se è difficile immaginare un’esclation pubblica del confronto tra il governo tedesco e la Commissione.

In prospettiva europea, l’evoluzione sembra tutto sommato positiva: investimenti esteri, accesso all’upstream, garanzia di impegno di lungo periodo del princpale fornitore di gas naturale, pur in una situazione davvero difficile per il mercato europeo. Sembrerebbe che i russi abbiano più fiducia nell’Europa di quanta ne abbiano gli europei.

Indagine sul mercato spot UK

Regulators probe UK natural gas marketSecondo quanto riportato dal Financial Times, la UK Financial Services Authority e l’Ofgem hanno aperto un’indagine per un sospetto tentativo di manipolazione dei prezzi del gas al National Balancing Point (NBP), relativamente a una serie di operazioni avvenute a fine settembre.

Si tratterebbe di una serie di operazioni di vendita a livelli inferiori a quelli di mercato, per forzare al ribasso i prezzi del gas scambiato. Lo scopo della manipolazione sarebbe poi stato quello di approfittare dei movimenti al ribasso sul mercato dei derivati.

Intanto, sull’altra sponda dell’Atlantico, i regolatori statunitensi vorrebbero comminare una multa record da 435 milioni di dollari a Barclays, per aver manipolato il mercato elettrico in California, dal 2006 al 2008.

È superfluo ricordare l’importanza di avere un sistema di regolazione forte e autorità indipendenti in grado di farlo rispettare, onde evitare che dalla padella del monopolio si finisca nella brace di un mercato truccato.

IEA World Energy Outlook 2012

IEA - World Energy Outlook 2012 Come consueto, la IEA ha pubblicato l’edizione annuale del World Energy Outlook.

Al centro dell’edizione 2012, l’efficienza energetica. Lo scenario di punta proposto quest’anno è infatti quello chiamato “Mondo efficiente” ed è destinato a mettere in evidenza i benefici di strategie di aumento dell’efficienza di tutti i consumi finali, sottolineando il ruolo chiave dei decisori politici.

Sul fronte dei consumi petroliferi, il futuro è sempre più asiatico, soprattutto per l’aumento dei consumi per il trasporto su gomma. Sul lato dell’offerta, occhi puntati sull’Iraq, che se manterrà un minimo di stabilità politica potrà puntare a livelli di produzione quasi sauditi (6 milioni di barili nel 2020 e addirittura 8 nel 2035) e 200 miliardi di dollari all’anno di rendite.

Sul fronte gas, si confermano le attese per il boom asiatico, consumi in ascesa da 130 Gmc nel 2011 a 545 Gmc nel 2035. Bene anche il mercato americano, grazie al non convenzionale. Per l’Europa, stagnazione anche in questo campo: ci vorranno 10 anni prima di tornare ai livelli del 2010. Un segnale molto chiaro circa la (poca) necessità di nuovi grandi investimenti infrastrutturali nel breve periodo (come il South Stream).

A completare il quadro, futuro abbastanza e molto positivo per carbone e rinnovabili, nubi all’orizzonte per il nucleare.

Interessante la riflessione proposta sulla crescente importanza dell’acqua nel settore energetico. Arischio sono soprattutto la produzione di gas da argille e la generazione elettrica in alcune zone degli Stati Uniti e della Cina.

La SEN e l’arte della manutenzione del gasdotto

La SEN e l’arte della manutenzione del gasdotto - Massimo NicolazziLa domanda scende a sessanta. La capacità è a 120. La Strategia ci interroga. Concordiamo “con l’esigenza di aumentare la capacità di importazione attraverso lo strumento delle “Infrastrutture Strategiche”?”. Insomma siamo favorevoli a pagare con la bolletta del gas il costo di un ulteriore aumento della capacità di importazione assolutamente coevo e parallelo alla contrazione sul mercato nazionale della domanda di gas importato?

La SEN e l’arte della manutenzione del gasdotto, su Chicago-Blog a firma di Massimo Nicolazzi.

South Stream: cancellato il ramo verso l’Italia

South StreamIl progetto South Stream va avanti, ma perde i pezzi. Leonid Chugunov, il manager di Gazprom a capo del progetto, ha annunciato oggi che il ramo meridionale del progetto, che avrebbe dovuto raggiungere l’Italia meridionale passando per Bulgaria e Grecia, è stato cancellato (Agi, La Stampa, Sole24Ore).

Spiengandone le ragioni, Chunugov ha fatto riferimento al fatto che l’Italia meridionale abbia “altri progetti”, un chiaro riferimento all’ipotesi che il TAP abbia la meglio nella competizione per l’importazione di gas azerbaigiano.

Gazprom ha anche annunciato che il 7 dicembre saranno ufficialmente avviati i lavori per la costruzione della tratta sottomarina del South Stream, con una portata annua di circa 60 Gmc. Il costo di questa prima sezione dovrebbe essere di almeno 10 miliardi di euro, mentre il collegamento terrestre tra le coste bulgare e l’Austria dovrebbe costare 6 miliardi di euro, per un totale di 16 miliardi di euro, senza considerare la parte sul territorio russo.

Nonostante l’annuncio, restano forti dubbi soprattutto sul fatto che l’infrastruttura possa diventare operativa nel corso del decennio, anche a fronte delle deboli prospettive di recupero della domanda europea di gas naturale.